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Napoli, in vetrina spuntano manichini alleati dell’anoressia

NAPOLI - Non una taglia 42 e forse neanche una 38. Non siamo in passerella o alla fashion week di

Pubblicato:02-05-2018 12:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:50

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NAPOLI – Non una taglia 42 e forse neanche una 38. Non siamo in passerella o alla fashion week di Milano ma in via Toledo a Napoli, dove un noto negozio d’abbigliamento intimo sfoggia la nuova collezione primavera-estate su manichini scheletrici. Dalla scollatura dei coloratissimi nuovi bikini e costumi da bagno push up di Goldenpoint spuntano le ossa dello sterno e clavicole molto sporgenti, sintomi, nelle donne in carne e ossa, di estrema magrezza. Gli stessi manichini, oltre che nella centralissima via Toledo, sono presenti in un’altra decina di punti vendita della catena solo nella città di Napoli, dalle vie dello shopping a Chiaia o al Vomero, ai tanti centri commerciali in provincia.

La moda condiziona le ragazze, le spinge a conformarsi agli standard di bellezza proposti in tv o, come in questo caso, nelle vetrine dei negozi”. A lanciare l’allarme sul caso, parlando in un’intervista all’agenzia Dire, è la psicologa Vittoria Sardelli, dirigente dell’unità operativa psicologia clinica dell’Asl Napoli 1 Centro – distretto 26. Nonostante sia calata “l’attenzione mediatica sul fenomeno” la percentuale di donne, spesso giovanissime, che hanno disturbi alimentari non accenna a diminuire.

“Non c’è stata una riduzione delle patologie rispetto agli scorsi anni – conferma Sardelli -. Nelle donne, la comparsa del menarca coincide con l’allargamento del corpo, l’arrotondarsi delle forme. I disturbi alimentari, anoressia e bulimia, iniziano dai 12 anni, ma a volte la preoccupazione per il peso corporeo inizia già a 10 anni: alcune ragazzine, sin da quell’età, escludono determinati cibi oppure mangiano poco. E stanno aumentando i casi di cutting“, ovvero di autolesionismo, fenomeno che spesso si affianca all’anoressia.


La psicologa afferma poi che i casi di uomini con disturbi alimentari sono costantemente “in aumento. Anche i maschi iniziano sempre di più a interessarsi alla propria immagine corporea e alcuni finiscono per avere atteggiamenti di tipo anoressico o bulimico. Il disturbo colpisce gli uomini tra i 16 e i 25 – 30 anni che aspirano a diventare cantanti, a entrare nel mondo dello spettacolo e perfino gli sportivi”.

Esporre immagini come quelle di manichini troppo magri “con l’avvicinarsi dell’estate è ancora più grave – avverte la psicologa dell’Asl Napoli 1. Ho avuto in cura ragazze che si rifiutavano di andare al mare pur di non mostrare il proprio corpo. Non si accettavano, nonostante fossero magre. E’ un sintomo di malessere nei confronti di se stesse. E’ molto pericoloso continuare a proporre canoni di bellezza ispirati alla magrezza eccessiva, con ossa sporgenti e volti emaciati. L’input dei mass media, delle case di moda, dovrebbe essere ben diverso. Eppure non ci si rende conto dei danni che un comportamento alimentare sbagliato, per seguire un certo canone estetico, può produrre nel presente e nel futuro. Quindi, da psicologa, dico che non vanno più proposti manichini scheletrici e il silenzio che c’è rispetto a questo aspetto, spesso dettato da ragioni commerciali, è molto preoccupante”.

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