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Bologna. L’allarme della Cgil: “Brutto clima nelle case popolari, c’è il rischio di scontri”

BOLOGNA - Un pesante "clima di odio" tra inquilini

Pubblicato:02-05-2015 09:57
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:18

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case-popolari-bolognaBOLOGNA – Un pesante “clima di odio” tra inquilini regolari ed abusivi, ma anche tra gli stessi assegnatari perchè tra loro c’è chi “la fa da padrone” e “terrorizza” gli altri residenti, tanto che nei condomini serpeggia l’idea di “reagire” e organizzarsi in vere e proprie ronde. E’ l’aria che, a detta del Sunia-Cgil, si respira nelle case popolari di Bologna. A descrivere la situazione è il segretario del sindacato inquilini, Mauro Colombarini, intervenuto nei giorni scorsi in commissione a Palazzo D’Accursio. “Tra le situazioni più tragiche c’è via Libia, dove si sta creando un clima di odio tra gli assegnatari- afferma il sindacalista- e c’è il rischio di scontri fisici veramente pericoloso”. Qualche tempo fa la tensione salì dopo l’occupazione di alcuni garage inutilizzati e in questo contesto ci fu anche lo scoppio di un incendio, racconta Colombarini.

Più di recente, invece, la temperatura è di nuovo aumentata perchè, sempre tra le mura dei palazzi Erp, “qualcuno ha dato fuoco a dei bidoni”, spiega il sindacalista. Di fronte a queste situzioni “ci sono gli anziani sono molto preoccupati e basta, ma altri- avverte il segretario del Sunia, a margine della commissione- dicono che non se ne può più e che bisogna reagire”, magari organizzandosi in “ronde”. Questo è il quadro di via Libia ma “in via Gandusio la situazione è simile”, aggiunge Colombarini. Insomma, “ci sono tanti pezzi dell’edilizia pubblica che sono già fuori controllo e altri pezzi dove c’è paura”, segnala Colombarini.

Come accennato, spesso i problemi sorgono anche tra gli stessi assegnatari in regola. Infatti, “ci sono personaggi che in questa o quella scala la fanno da padrone e terrorizzano gli altri residenti”, afferma Colombarini. In questi casi, “spesso si tratta di soggetti seguiti dai servizi sociali- aggiunge il sindacalista- che non riescono a tenerli sotto controllo”. Di fronte a questo scenario, “serve uno sforzo da parte dell’amministrazione comunale su questo argomento, altrimenti- avverte il segretario del Sunia- il futuro sarà molto triste”.


Proprio l’altro giorno, l’assessore Riccardo Malagoli ha confermato un giro di vite sul regolamento d’uso degli alloggi, con tanto di patente a punti e possibile revoca dell’assegnazione. Può essere uno strumento in più per affrontare il problema? “Lo strumento in più- risponde Colombarini- lo dà la capacità dell’amministrazione di decidere concretamente”. Ad oggi il Comune “procede in modo molto puntuale per le piccole inadempienze, mentre non ha un polso sufficientemente forte su queste situazioni. Così- rileva Colombarini- le persone per bene vengono sanzionate per piccoli errori, mentre chi vive fuori da ogni regola continua a fare quello che gli pare”. Concorda con la necessità di misure più incisive l’Acer, per bocca della vicepresidente Chiara Caselgrandi. “Ci dev’essere un livello di scambio tra i cittadini ed un Comune che eroga un benefit di questo livello”, commenta Caselgrandi. Peraltro, in realtà “i problemi disciplinari li abbiamo in maniera minima con le persone seguite dai servizi sociali. Li abbiamo- sottolinea la vicepresidente dell’Acer- soprattutto con i maleducati”, che “non vorrebbero alcun limite” al proprio comportamento.

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