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Ucraina, Orsini: “Sono un guerriero, Draghi non mi fa paura”

Il professore è ospite d'onore del quarto incontro della commissione Du.Pre (Dubbio e Precauzione), a Roma

Pubblicato:02-04-2022 18:11
Ultimo aggiornamento:03-04-2022 12:59

orsini draghi
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ROMA – “I miei calunniatori mi danno della vittima, ma io sono un guerriero, forgiato nello scontro e nella lotta, non ho paura dei poteri forti che potrebbero colpirmi. Io non ho paura di Draghi, dei suoi ministri, non ho paura di tutti i parlamentari e di tutte le università che mi attaccano. Non sono una vittima, sono un guerriero della cultura e continuerò a parlare tutti i giorni”. Alessandro Orsini studia da leader. Fuori dagli studi televisivi, ospite d’onore del quarto incontro della commissione Du.Pre (Dubbio e Precauzione), passa al contrattacco. Accusato di essere putiniano, al centro di un caso che interessa politica e informazione, prova a saldare le “persone molto belle” accorse ad ascoltarlo a Roma, a Testaccio, o online.

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Il suo orizzonte non si limita al dibattito sull’Ucraina, è più lontano: “L’obiettivo che perseguo è una comunità politica che discuta di qualsiasi argomento liberamente, senza violenze e minacce, che non si faccia corrompere da offerte economiche. Le emozioni e i sentimenti sono un buon collante, ma se vogliamo raggiungere degli obiettivi non dobbiamo lasciarci sopraffare. Non bastano gli sfoghi, serve una strategia. Dobbiamo studiare le mosse per raggiungere l’obiettivo”. Un movimento, un partito? “Oggi ci sono battaglie e guerre nel mondo della cultura. Voglio cogliere le opportunità strategiche che la guerra in Ucraina offre al nostro Paese.
Voglio creare un Paese più libero”.


Orsini si sente accerchiato: “Sono stato aggredito, intimidito, minacciato, spaventato, assediato, ma non bisogna essere emotivi perché dobbiamo fronteggiare e contrattaccare delle forze potentissime. Faccio tutto questo per formare il mio Paese, perché io sono riconoscente allo Stato per quello che ha fatto per me, per aver pagato i miei studi”. Orsini annuncia un manifesto “per la pace con cinque proposte a Draghi per uscire da questo inferno. Esiste un’alternativa alla politica del governo che sta facendo scelte deleterie che spazzeranno via tante aziende italiane e porteranno un’ondata di disoccupazione. Con un’interpretazione alternativa tu rendi il governo criticabile, così si crea un Paese libero”.

Per il professore associato nel dipartimento di Scienze politiche della Luiss la sua vicenda non è cosa da poco. “Il mio caso è paradigmatico”, sottolinea. “Io un estremista? Ho inventato un modo nuovo di fare sanzioni per salvare la vita dei bambini. I giornalisti non mi rispondono nel merito- osserva- mi danno dell’incapace e incompetente: sono disumani, degli sciacalli a cui non interessa della vita dei bambini. Pensate abbia paura di Maurizio Molinari? Dei poteri forti? Molinari, che mette sulla mia bocca parole che non ho mai detto. Io rido di Molinari, lo trovo grottesco. Se perdo il lavoro torno a fare il cameriere, so fare tutto, so pulire i bagni. Pensate che io abbia paura di Fontana? Che distorce tutto quello che dico. Repubblica e Corriere mi hanno chiesto un’intervista, ho detto di no”.

Infine, torna a Draghi. “Chiedo ai miei volgari calunniatori cos’altro devo fare per farvi capire che non ho paura di nessuno? Devo forse insultare Draghi o tutti i suoi ministri? Non capite che questo è il senso profondo della vita di uno studioso? È l’esempio pedagogico che un professore deve dare agli studenti. Io vivo per la famiglia. Ho una macchina scassata, faccio una vita semplicissima. Che mi vogliono togliere? Provo tristezza per questi poverini”.

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