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VIDEO | Coronavirus, Pedretti (Spi-Cgil): “È allarme per case di riposo e badanti in nero”

A parlare è Ivan Pedretti, segretario Spi-Cgil, intervistato da Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di stampa DIRE

Pubblicato:02-04-2020 16:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:04

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ROMA – “Guardiamo a questa situazione con grande preoccupazione, noi e’ da un mese che denunciamo il rischio nelle case di riposo, che il virus avrebbe fatto dei disastri e sta succedendo drammaticamente” sottolinea Ivan Pedretti, segretario Spi-Cgil, intervistato dalla ‘Dire’, e aggiunge: “Le persone anziane sono i soggetti piu’ fragili e ci sarebbe stato bisogno di maggiore attenzione e sicurezza, oltre alla garanzia di separazione rispetto all’esterno, dotando anche le strutture assistenziali degli strumenti adeguati. Questo- denunciano i pensionati della Spi-Cgil- non e’ avvenuto e denunciamo che c’e’ una carenza di mascherine, spesso non sono costantemente sanificati i locali e non ci sono strutture adeguate al dramma di una polmonite“. 

Altro nodo sottovalutato nell’emergenza coronavirus e’ quello delle badanti. Come spiega il sindacalista “alcune prese della paura se ne sono andate, una parte in nero ha paura dell’intervento dello Stato e cosi’ spesso ci sono persone anziane in solitudine, senza nessuna assistenza, con drammi veri spesso sommersi”. La proposta del sindacato e’ che “per le badanti in nero, disponibili a rientrare in bianco, lo Stato riconosca il permesso di soggiorno, quando serve perche’ spesso sono europee, e dia loro la garanzia che per questa fase di criticita’ siano messe in regola, inoltre si dovrebbe dare un contributo alle famiglie perche’ possano mettere in regola le badanti”. Su questi fronti serve un intervento del governo ma, avverte Pedretti, “le regioni non possono cavarsela dicendo che non e’ un problema loro, perche’ le case di riposo hanno dei consigli di amministrazione perche’ chi gestisce il socio-sanitario nel territorio e’ la regione e i sindaci dovrebbero riprendersi un pezzo del loro controllo territoriale che e’ quello dell’assistenza alle persone. Il dramma del coronavirus- conclude- ci ha mostrato che la situazione piu’ debole, oltre a quella sanitaria generale, e’ quella dell’assistenza sociale e della domiciliarita’.


“Il tema dei pensionati italiani e’ che il 60% ha una pensione dai 500 ai 700 euro per cui hanno una pensione gia’ molto povera; se il paese va in crisi anche queste persone avranno il problema di come sbarcare il lunario, lo avevano prima, tanto piu’ oggi” dice Ivan Pedretti, segretario Spi-Cgil.

“I pensionati- ricorda- hanno avuto paura delle dichiarazioni poi smentite rispetto al fatto che non ci sarebbero state le risorse per pagare le pensioni, ovviamente poi uno e’ sempre preoccupato. Per i pensionati- osserva il segretario- non c’e’ nessun provvedimento: prendiamo atto positivamente che le pensioni non sono messe in discussione ma siamo preoccupati per il fatto che nell’ambito dei poveri c’e’ una quota importante che non viene mai considerata, bisogna garantire a tutti quelli che sono in difficolta’ di ricevere un aiuto”. Quindi lo Spi chiede al governo di “dare una risposta di maggiore finanziamento ed intervento sul piano sociale che riguarda le case di riposo, ma anche chi porta a casa il pasto e le medicine alle persone sole. Ci sono associazioni del volontariato che vanno aiutate anche finanziariamente e che devono avere i dispositivi di sicurezza”. 

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