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L’Ue non è fake: note dal corso di formazione per i giornalisti all’Agenzia Dire

Nella redazione di Roma a confronto docenti, comunicatori e reporter

Pubblicato:02-03-2023 18:25
Ultimo aggiornamento:06-03-2023 14:36
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ROMA – Conoscere le istituzioni europee, la loro storia e il loro funzionamento può permettere di decifrare dinamiche gepolitiche poco considerate ma delicate, come ad esempio quelle legate alla presenza dell’enclave russa di Kalingrad nel cuore dell’Europa, o di evitare “psicosi” su problemi che non esistono come tali, si guardi al caso dei nuovi regolamenti europei per i risparmi energetici. Appunti, questi, dalla prima lezione del corso per giovani giornalisti, content creator e operatori dell’informazione al via nella redazione dell’agenzia Dire.

I TEMI AL CENTRO DEL CORSO

Quella di oggi, negli spazi di corso d’Italia 38/a, a pochi passi da Villa Borghese, è stata la prima di una tre giorni di lavoro. I temi al centro del corso, in programma fino a sabato, vanno dalle istituzioni europee ai valori democratici, dal ruolo del Parlamento Ue al lavoro delle redazioni sull’attualità comunitaria, dai rischi di manipolazione delle notizie alle sfide del fact-checking, decisive oggi e nel prossimo futuro, con le elezioni europee del 2024 alle porte. Un’immersione nel percorso dell’integrazione europea che parte però dall’attualità e da un’Europa attraversata ormai da più di un anno dal conflitto scoppiato in Ucraina con l’offensiva russa del 24 febbraio 2022.

I RAPPORTI TRA UE E RUSSIA

“Il rapporto fra Unione Europea e Russia ha risvolti molto concreti dal punto di vista territoriale, ne va della sopravvivenza stessa delle comunità che compongono l’Unione”, ha avvertito Francesco Gui, professore di Storia moderna all’Università La Sapienza di Roma e primo relatore oggi. Un nodo cruciale, ma trascurato, delle relazioni con Mosca, può essere “lo status della città di Kaliningrad, che ha dato i natali al filosofo Immanuel Kant e che da ideale città della pace sembra piuttosto essere una potenziale Ucraina numero due, piena di armamenti come è adesso” ha proseguito il docente, esponente del movimento federalista europeo, in riferimento al territorio russo stretto fra Polonia e Lituania e affacciato sul mar Baltico.


Per il legame fra Bruxelles e Mosca passa anche una delle domande chiave per capire la natura dell’Unione, come ha argomentato Giulia Vassallo, professoressa di Storia contemporanea presso l’ateneo Unicusano. “L’Europa è un concetto geografico o un’idea fondata sui valori?”, ha incalzato la docente, affrontando questioni come il rapporto appunto con la Russia ma anche con la Turchia.
“Il processo di adesione di Ankara è cominciato ma non si è mai concluso, per una serie di questioni controverse e di tipo culturale” ha detto Vassallo. “Ci si chiede se Turchia o Russia siano Paesi europei“.

I REGOLAMENTI UE SULL’ENERGIA

L’attualità è complessa e i media devono spiegarla. I rischi di disinformazione e manipolazione sono al centro della lezione di Marina Castellaneta, professoressa di Diritto internazionale. L’esperta, che insegna all’Università di Bari, ha un blog sull’Ue e collabora con il quotidiano Il Sole 24 ore, ha calato il tema nel dibattito sui nuovi regolamenti europei sui consumi energetici delle case e delle auto, anche orientati a vietare la vendita di veicoli a benzina e diesel entro il 2035. “L’Unione Europea va in quella direzione nell’ottica di raggiungere la neutralità climatica parziale entro il 2030 e poi definitiva entro il 2050”, ha premesso la docente, che ha poi sottolineato: “La psicosi sulle queste norme europee però non è giustificata, perché le direttive europee a riguardo sono ancora in iter di approvazione e a oggi queste materie sono disciplinate ancora da regolamenti precedenti”.

LE FAKE NEWS SULL’EUROPA

Contrastare “fake news” e informazioni poco accurate significa anche fare un passo per comprendere meglio l’Unione Europea, andando oltre stereotipi e strumentalizzazioni. Lo ha evidenziato Alessio Pisanò, direttore di Total Eu, service di produzione audiovisiva con sede a Bruxelles. “L’Ue è il caprio espiatorio perfetto per la politica nazionale: sia a destra che a sinistra si cede spesso al refrain del ‘ce lo chiede l’Europa”, ha avvertito il giornalista. Secondo Pisanò, in questi casi “per il cittadino è difficile capire dove sta l’inghippo, perché l’Ue è complessa e parla in tante lingue e allora può capitare che qualcuno ci caschi”. Il direttore di Total EU ha concluso: “E’ così che la politica nazionale dirotta verso qualcun altro l’insoddisfazione del cittadino”.

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