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Studentessa della Federico II suicida, lo striscione dei collettivi: “La vostra università uccide”

La 27enne avrebbe deciso di togliersi la vita dopo aver annunciato alla famiglia che si sarebbe laureata anche se doveva ancora sostenere un esame

Pubblicato:02-03-2023 17:31
Ultimo aggiornamento:02-03-2023 19:36

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NAPOLI – “La vostra università uccide. Ci dispiace Diana”. Queste le parole riportare su uno striscione esposto questa mattina all’esterno di Palazzo Giusso, una delle sedi dell’Università L’Orientale di Napoli, in ricordo della studentessa di Somma Vesuviana trovata senza vita ieri sera in seguito a un suicidio. La ragazza aveva 27 anni, studiava Lettere e, secondo quanto emerso, avrebbe deciso di togliersi la vita dopo aver annunciato ai familiari che si sarebbe laureata, mentre avrebbe dovuto ancora sostenere un ultimo esame.

IL MESSAGGIO DEL COLLETTIVO UNIVERSITARIO

“Diana è una dei tanti, troppi, giovani che si sono tolti la vita negli ultimi anni perché non riuscivano più a sopportare la pressione di un modello di università sempre più meritocratico e competitivo – spiega una studentessa del Collettivo Autorganizzato Universitario -. Neanche un mese fa è successa una vicenda simile a Milano. Il disagio giovanile è un’emergenza, frutto di un sistema che pretende degli standard impossibili da soddisfare e di cui l’università è solo un tassello. Pretendono che siamo infallibili, laureati in pochissimo tempo e pronti a essere buttati nell’incertezza e nella precarietà del mondo del lavoro. Chi non ce la fa è un fallito – prosegue la studentessa del Collettivo -, salvo poi manifestare il proprio cordoglio istituzionale e formale quando tragedie come quella di Diana finiscono sui giornali, mentre nel resto dei giorni ci propinano modelli eccezionali che non fanno altro che alimentare l’ansia e la paura di essere inferiori“.

IL RETTORE: UNA PERDITA ENORME

“Purtroppo ancora succedono cose come questa. Se il malessere non si manifesta, però, diventa impossibile per noi intervenire“. Lo ha detto il rettore dell’università Federico II di Napoli, Matteo Lorito. “Quando ho saputo della scomparsa sono rimasto col fiato sospeso e la paura più terribile si è realizzata. È una perdita enorme, quando si spegne una giovane vita è sempre una cosa terribile. L’appello alla famiglia, agli amici è che se ci sono malesseri forti, segnalateceli, noi non siamo solo gli erogatori di didattica, noi vogliamo proprio coccolare e aiutare ancora di più i più deboli e fragili. Abbiamo chi si occupa a tempo pieno di questo. Chiedo a tutti di essere attenti”, conclude Lorito.


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