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I volontari a Leopoli: “Oramai è un immenso campo profughi”

Ramonda (Comunità Papa Giovanni XXIII): "Chiediamo al Governo Italiano di revocare la decisione di fornire armi all'Ucraina"

Pubblicato:02-03-2022 20:18
Ultimo aggiornamento:02-03-2022 20:18

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BOLOGNA – Una delegazione della Comunità Papa Giovanni XXIII è arrivata oggi a Leopoli, in Ucraina. La missione di monitoraggio dei membri dell’associazione di Don Benzi ha come obiettivi la valutazione delle azioni umanitarie più opportune da intraprendere nelle prossime settimane, la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dei profughi.

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Numerosi i mezzi militari in movimento al confine con la Polonia, e un una lunga fila di persone incolonnate in uscita, hanno accompagnato l’arrivo dei volontari. “Leopoli si è rivelata un immenso campo profughi a cielo aperto, una città completamente paralizzata dalla presenza di decine di migliaia di persone arrivate da tutto il Paese. Nella stazione ferroviaria una folla immensa si accalca senza sosta attorno ai vagoni“, racconta la Papa Giovanni in una nota. In tutta la zona “sono ormai del tutto esauriti i posti letto negli alberghi e nelle strutture ricettive; è pressoché impossibile trovare luoghi per rifocillarsi e un gran numero di madri, sole con i propri bambini, si trovano a dormire per strada al freddo in condizioni disumane“.

Così Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII: “I nostri volontari di Operazione Colomba e i Caschi Bianchi sperimentano da trent’anni la condivisione diretta, promuovendo un’azione non violenta, a fianco delle vittime dei conflitti e della violenza strutturale. Chiediamo al Governo Italiano di revocare la decisione di fornire armi all’Ucraina, e di far pressione in Europa perché nessuno Stato invii armi letali al Paese. Come già successo in altri scenari internazionali, armare uno dei combattenti ha delle ripercussioni non prevedibili che portano ad escalation senza ritorno”.

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