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L’Ucraina entrerà nell’Unione europea? L’iter tra sostenitori e pragmatici

La proposta formale presentata da Kiev rappresenta solo il primo passo. È infatti prima di tutto necessaria una verifica dei requisiti del Paese facente richiesta

Pubblicato:02-03-2022 19:48
Ultimo aggiornamento:02-03-2022 19:48
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ZELENSKY_VON_DER_LEYEN
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di Alessio Pisanò

BRUXELLES –  “Il nostro obiettivo è stare con gli europei, sono convinto che ce lo meritiamo”: così ieri, in collegamento video al Parlamento europeo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Parole pronunciate il giorno dopo la firma da parte dello stesso Zelensky della richiesta formale di adesione dell’Ucraina all’Ue.

Un’eventualità caldamente accolta dal Parlamento europeo e, in primis, dalla presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, il cui entusiasmo è stato però contenuto dall’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell, secondo il quale “l’adesione dell’Ucraina all’Ue è sicuramente una prospettiva, ma adesso dobbiamo combattere contro un’aggressione prendendo decisioni per le prossime ore, non per i prossimi anni”.


Ma come funziona l’allargamento dell’Unione europea?

La proposta formale presentata da Kiev rappresenta solo il primo passo nell’iter propedeutico all’allargamento ad est dell’Unione europea. È infatti prima di tutto necessaria una verifica dei requisiti del Paese facente richiesta, che deve dimostrare di rispondere ai cosiddetti criteri di Copenaghen, ovvero, tra gli altri, la presenza di istituzioni pubbliche stabili, il rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani, nonché una solida economia di mercato.

Una volta verificati questi requisiti, indispensabili per una possibile annessione, si procederebbe con la firma di un Accordo di stabilizzazione e associazione fra Bruxelles e lo Stato richiedente, a cui viene attribuito lo status di Paese candidato.

A oggi, sono Paesi candidati l’Albania, il Kosovo, la Macedonia del Nord, la Bosnia ed Erzegovina, il Montenegro e la Serbia. L’ultimo step dell’iter di allargamento prevede una fase di trattativa e un ulteriore vaglio dei 27 Paesi attualmente membri. Solo in caso di comune accordo il Paese candidato entra a far parte dell’Unione europea.

Nonostante la domanda presentata da Zelensky, è quindi difficile che si giunga ad una svolta immediata della situazione. Alcuni Paesi membri, come Polonia e Slovenia, caldeggiano un’accelerazione di questi negoziati, tanto da arrivare nei giorni scorsi a scrivere una lettera formale direttamente al presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Negli anni scorsi, Unione europea e Ucraina hanno già lavorato per favorire un processo di avvicinamento. Gli Accordi di associazione firmati nel settembre 2017 mirano ad approfondire i legami politici e i collegamenti economici Ue-Ucraina, nel rispetto di valori comuni e di un rilancio della zona di libero scambio.

“I cittadini ucraini stanno combattendo per la libertà e per la vita” ha detto Zelensky agli eurodeputati. “Stiamo lottando per la sopravvivenza, che è la più forte delle motivazioni, ma vogliamo essere membri dell’Ue a pari diritti. Noi abbiamo mostrato la nostra forza e siamo proprio come voi. Ora voi dimostrateci che siete al nostro fianco e che non ci abbandonerete”.

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