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Ucraina, neanche San Marino resta neutrale: sì alle sanzioni alla Russia

Voto unanime in Consiglio Grande e Generale

Pubblicato:02-03-2022 16:50
Ultimo aggiornamento:02-03-2022 16:56

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SAN MARINO – Sulla questione ucraina, la Repubblica di San Marino abbraccia la linea dell’Unione europea nei confronti della Federazione russa, abbandonando il “tabù” tradizionale delle sanzioni, annunciando una posizione di “neutralità attiva”. È un ribaltamento nella lunga storia della politica estera del piccolo Stato, privo di un suo esercito, neutrale durante i conflitti mondiali e che non ha mai aderito neppure all’embargo cubano, durante la guerra fredda. Ma ieri il suo parlamento, chiamato a discutere sul conflitto ucraino, ha deciso di seguire l’esempio di altri Stati neutrali storici come la Svizzera, sostenendo all’unanimità l’indirizzo del governo, e aprendo -per la prima volta- alla politica delle sanzioni. Il Consiglio grande e generale, al termine di un lungo e partecipato dibattito, ha infatti votato all’unanimità un ordine del giorno che sottoscrive come “la Repubblica di San Marino prenda atto delle sanzioni che l’Unione europea e gli organismi internazionali stanno applicando, ed esprime la volontà di adottare gli strumenti normativi più idonei per aderire a tali iniziative, per manifestare la netta condanna dell’uso della guerra quale strumento di risoluzione delle controversie e per riattivare il dialogo“. E con cui, infine, dà mandato al suo esecutivo di “definire le modalità di applicazione delle sanzioni determinate”.

“San Marino storicamente è sempre stato in una posizione neutra rispetto le sanzioni- ha ricordato all’Aula il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari- e non ha mai creduto nella loro applicazione perché andavano a colpire i popoli piuttosto che i governi”. Ad oggi infatti San Marino adotta solo sanzioni delle Nazioni unite in materia di antiterrorismo. Ma di fronte al tema delle sanzioni applicate dall’Ue nei confronti della Russia, “per San Marino- spiega il Segretario di Stato- esiste anche solo indirettamente un problema sanzioni”. Il responsabile della politica estera del Titano si richiama anche ai paesi europei non aderenti “che come noi hanno sempre espresso una posizione di neutralità- Svizzera, Monaco, Andorra” e che si sono espressi già sull’applicazione delle sanzioni. È il momento che anche San Marino si esprima, esorta: “Deve quanto meno garantire il rispetto di questo regime sanzionatorio- sottolinea- in modo coerente con le restrizioni introdotte dall’Unione europea”. E lo deve fare, “soprattutto perché deve rispettare la convivenza e i rapporti che noi abbiamo con l’Europa e con i Paesi Ue e con altri micro Stati e paesi non membri- motiva- che ci portano ad essere coerenti anche con i percorsi che tutti insieme stanno facendo verso una maggiore integrazione e maggiore interazione dei sistemi economici”. Infatti la Repubblica di San Marino ha avviato ormai da tempo un negoziato, insieme a Monaco e Andorra, per un accordo di associazione con l’Unione e di questo non può non tenerne conto.

Infine, l’invasione dell’Ucraina va contro i principi cardine del microstato: riconoscimento dell’integrità territoriale e della sovranità di un Paese, il ripudio alla violenza e alla guerra, la difesa dei diritti umani e della democrazia, la libertà. “Dobbiamo mandare un segnale forte di difesa di quei principi- manda a dire ai parlamentari- e non dobbiamo essere semplicemente neutrali e passivi rispetto quello che sta avvenendo vicino noi”. Nei loro interventi, i consiglieri non nascondono le proprie preoccupazioni per un cambio di rotta così deciso: dalla stessa maggioranza, Mirko Dolcini, Dml, ricorda come la sopravvivenza di San Marino sia stata garantita nei secoli proprio grazie al suo status di neutralità. “Abbiamo invece perplessità- sottolinea- per l’adozione di misure non strettamente necessarie a garantire la posizione di neutralità del nostro Paese”. Preoccupazioni le esprime anche Nicola Renzi di Rf, consigliere di opposizione, ma evidenzia anche i rischi che ci possono essere se non si segue la linea europea: “Non possiamo correre il rischio- fa notare- che di fronte a un occidente compatto, San Marino sia un punto nella carta geografica che consenta smagliature a questo sistema”. Eva Guidi di Libera, opposizione, mette in guardia da possibili reazioni a sanzioni e armamenti: “San Marino può indicare una strada diversa- osserva- per farlo non può e non deve schierarsi con chi alimenta il conflitto, piuttosto che cercare una soluzione dignitosa per le parti”.


Diversamente, Gerardo Giovagnoli, Npr, dalla maggioranza riconosce come “interesse-paese” la scelta di mettersi al fianco dei Paesi Ue: “È interesse del paese allontanarsi dalle posizioni europee e dare l’impressione di avvicinarci alla posizione russa?”, fa notare. Al contrario, “È il momento di dimostrare che la nostra posizione è vicina a quella dell’Ue- puntualizza- verso cui abbiamo intrapreso un percorso di avvicinamento”. È lo stesso Segretario di Stato Beccari a mettere in chiaro che i richiami alle posizioni del passato per San Marino sono anacronistiche: “Sicuramente doverci esprimere in maniera diversa, più incisiva rispetto al passato è qualcosa di nuovo”, ammette. “Però non dobbiamo dimenticarci che poi il mondo cambia, lo scenario internazionale evolve e che a questa evoluzione ci dobbiamo adattare”. 

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