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Medici e dirigenti assenteisti all’Asl di Caserta, Corte dei Conti apre indagine

Venti i dipendenti ritenuti coinvolti in una serie di illeciti allontanamenti dal servizio con conseguente danno all'Erario

Pubblicato:02-03-2022 16:04
Ultimo aggiornamento:02-03-2022 16:04
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NAPOLI – È stato notificato questa mattina dai carabinieri del Nas di Caserta un “invito a dedurre”, emesso dalla Procura regionale della Corte dei Conti, nei confronti di 20 dipendenti della Asl di Caserta, tra questi dirigenti medici, amministrativi ed infermieri, ritenuti, a vario titolo, coinvolti in una serie di illeciti allontanamenti dal servizio con conseguente danno all’Erario.

L’indagine, spiega una nota dei militari, trae origine da una segnalazione inviata nel 2017 dal direttore generale della Asl di Caserta, “nella quale si segnalavano numerosissime anomalie in merito all’utilizzo del sistema gestionale delle presenze da parte di un dipendente negli uffici di via Santa Lucia, da cui risultavano forti discrepanze negli orari delle ‘timbrature’ con cadenza quasi quotidiana”. Scattano così servizi di osservazione e pedinamento, oltre che con telecamere, che “consentivano di acquisire numerosi elementi da sottoporre al vaglio dell’autorità giudiziaria sull’ipotesi di assenteismo dal proprio posto di lavoro da parte dei dipendenti per assolvere a delle faccende private”.

Sempre nel corso delle indagini, dall’estate del 2018 e fino ad ottobre dello stesso anno, “è emerso che le ipotesi investigative non erano limitate ad un solo dipendente, ma avrebbero riguardato in tutto 20 persone tra dipendenti e collaboratori della Asl”.


Al vaglio della magistratura, ora, 270 casi di illecito allontanamento. Per un dipendente sono stati ipotizzati ben 36 casi su 58 giorni di presenza attestata. Le timbrature dei cartellini, ipotizzano i carabinieri, potrebbero essere stati effettuati, in alcuni casi, “da familiari dei dipendenti”. Con l’atto di oggi si contesta “ai venti dipendenti il danno patrimoniale derivante sia dal ritenuto ingiustificato esborso di retribuzioni che dalla lesione all’immagine ai sensi dell’art. 55-quinquies del testo unico del pubblico impiego e dal presunto danno da disservizio, per un totale di quasi 200mila euro a discapito delle casse pubbliche”. 

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