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Frequenze televisive all’asta: in Veneto rischiano di sparire le tv locali

La Slc-Cgil regionale scrive al governatore Zaia, al presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti e al Corecom chiedendo un intervento: "C'è il concreto rischio che si crei un vero e proprio monopolio

Pubblicato:02-03-2021 19:01
Ultimo aggiornamento:02-03-2021 19:02

televisore schermo vintage
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VENEZIA – La vendita all’asta delle frequenze televisive stabilita dalla legge di bilancio nazionale del 2018 mette in pericolo le tv locali venete. Lo sostiene la Slc-Cgil del Veneto, che per questo scrive al presidente della Regione Luca Zaia, al presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti e al Corecom, chiedendo un intervento. “C’è il concreto rischio che si crei un vero e proprio monopolio, il cui detentore potrebbe decidere i canoni di servizio, senza temere concorrenza, e scegliere se per ottimizzare la banda trasmettere inizialmente con lo standard attuale per poi passare progressivamente al più moderno DVBT-2/HEVC, o partire da subito con la nuova tecnologia”, afferma Nicola Atalmi (Slc). Se ciò accadesse, già dal prossimo 1 settembre le famiglie venete in possesso di una televisione con tecnologia antecedente al 2017 si troverebbero a non poter vedere le trasmissioni. “È evidente come una decisione simile per le Tv locali, che coprono spesso un’utenza popolare e di età avanzata meno incline o impossibilitata ad acquistare l’ultimo modello di televisione, sarebbe letale”, sottolinea Atelmi.

Inoltre, “per il Veneto ci sarà un problema in più: a causa di una restrizione delle frequenze per sovrapposizione con quelle assegnate al Friuli Venezia Giulia e all’Emilia Romagna, in importanti zone della nostra regione, come la Sinistra Piave trevigiana e il Polesine, le televisioni venete rischiano sostanzialmente di non essere visibili“, aggiunge il sindacalista. Insomma, dato che “il sistema delle televisioni locali venete ha un ruolo importantissimo nell’informazione locale e una diffusione territoriale in stretta connessione con la società veneta ed il suo sistema economico, oltre ad occupare centinaia di tecnici e giornalisti”, è fondamentale che “si intervenga subito per garantire che questa innovazione tecnologica non vada a discapito della possibilità per tutte le famiglie di poter accedere all’informazione locale, che si garantisca il pluralismo nella possibilità di trasmissione, impedendo la creazione dell’ennesimo monopolio, che sia garantita la copertura territoriale di tutto il Veneto per le nostre televisioni locali”, conclude Atelmi.

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