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VIDEO | Bagnoli, Villari: “Guardiamo alla Ruhr, riconversione è possibile”

Lo sostiene il presidente di Città della Scienza di Napoli, a margine di una conferenza stampa per la ricostruzione del museo incendiato da ignoti otto anni fa

Pubblicato:02-03-2021 14:50
Ultimo aggiornamento:02-03-2021 15:54

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NAPOLI – “Sono 30 anni che si è chiusa l’acciaieria, si è provato a riconvertire questo luogo bellissimo, ma di fatto non ci si è riusciti”. Così Riccardo Villari, presidente di Città della Scienza di Napoli, a margine di una conferenza stampa per la ricostruzione del museo incendiato da ignoti otto anni fa.

“Se guardiamo alla Germania, alla Ruhr che sono 5mila ettari mentre a Bagnoli sono circa 200 – evidenzia – in nove, dieci anni hanno sanato problema, hanno risolto inquinamento, riconvertito l’area dove ora ci sono insediamenti culturali, artigianali, e c’è un fiume che stava peggio del nostro Sarno ed è stato bonificato. Vuol dire che si può fare”. Per Villari “non c’è un soggetto responsabile, ma non ha funzionato il meccanismo”. Adesso, dice, “vediamo il nuovo governo, il nuovo ministro, vediamo che succede”.

“Noi dobbiamo ricostruire – sostiene Villari – . Sono passati otto anni ed evidentemente il metodo adottato non ha portato all’obiettivo. Città della Scienza è l’unico presidio che insiste nel Sin di Bagnoli e la ricostruzione di questa area incendiata significa dare una prospettiva, creare il grande spazio espositivo che adesso manca, garantire un futuro a questa grande idea apprezzata nel mondo”. “Le istituzioni – prosegue – spero riescano a trovare una modalità intelligente per ricostruire in maniera condivisa questo luogo. Noi vorremmo essere coinvolti perché non lo siamo stati. Quando il Comune di Napoli decise che non si doveva costruire qui noi non c’eravamo”.


Villari ricorda come l’amministrazione comunale nel 2017 decise che il nuovo museo sarebbe sorto in un luogo diverso da dove si trovava prima, alle sue spalle, e che quella si e’ rivelata “una scelta sbagliata e non praticabile perché ha un costo tre volte superiore, insiste su un terreno tutto da bonificare ed equivale a dire che non si farà mai”. “Le risorse – afferma Villari – ci sono, sull’accordo di programma quadro del 2017 ci sono circa 60 milioni di euro, una parte a carico dell’accordo di programma quadro (circa 29 milioni, ndr) e un’altra parte a carico di Città della Scienza (circa 26 milioni, ndr). Noi manteniamo la luce accesa e i fondi non vogliamo perderli: non vogliamo passare ne’ per quelli che cincischiano, ne’ per una governance che perde le risorse, ne’ siamo qui a pettinare le bambole”.

Il presidente di Città della Scienza rimarca come “chi ha dolosamente realizzato questo scempio aveva l’obiettivo di distruggerla quest’area e il non ricostruirla è un dare ragione a chi lo ha fatto”. Per Pina Tommasielli, consigliera d’amministrazione dell’ente, “questo luogo è indicatore del fallimento di un’intera filiera istituzionale, a partire da Roma e a finire a palazzo San Giacomo. Noi ci rendiamo conto di star facendo una guerra senza supporto istituzionale e quindi mi auguro che a breve avremo attenzione di tutti quelli che devono far rinascere questo luogo che è il volano per la rinascita di Bagnoli”.

I vertici di Città della Scienza, con il punto stampa di oggi, hanno presentato l’incontro da remoto in programma venerdì, dal titolo “Ri-costruire per il futuro”, a cui prenderanno parte, tra gli altri, la ministra per il Sud Mara Carfagna, il ministro della Cultura Dario Franceschini, il governatore campano Vincenzo De Luca, un delegato del sindaco di Napoli, il commissario straordinario di Bagnoli Francesco Floro Flores e l’ad di Invitalia Domenico Arcuri.

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