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Turismo in Sardegna: nel 2020 persi 497 milioni di euro

Una stima di Demoskopika parla di numeri dimezzati rispetto al 2019. Il presidente Raffaele Rio: "Servono riforme strutturali del comparto attraverso un nuovo Codice del turismo"

Pubblicato:02-03-2021 14:04
Ultimo aggiornamento:02-03-2021 14:04
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CAGLIARI – Nel 2020 la pandemia in Sardegna ha mandato in fumo oltre 8,2 milioni di presenze turistiche e 1,8 milioni di arrivi. Numeri, dimezzati rispetto al 2019, che si traducono in una flessione della spesa di quasi 497 milioni di euro. È quanto emerge da una stima dell’istituto Demoskopika, in attesa dei dati ufficiali dell’Istat su base regionale.

Nel dettaglio, nei dodici mesi del 2020, Demoskopika stima per la Sardegna una diminuzione di 1.813.983 di arrivi, pari a una flessione del 51,3% rispetto allo stesso arco temporale del 2019, e 8.266.757 di presenze (-54,6% rispetto al 2019). La contrazione della spesa turistica si attesta a 496.952.321 di euro.

“Se si vuole fronteggiare efficacemente l’emergenza sanitaria- spiega il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio– la politica deve avere il coraggio di fare scelte precise. C’è un problema prioritario di governance da cui consegue anche la misura dell’efficacia dei fondi messi a disposizione per la ripresa del sistema turistico. Anzi, l’Italia presenta una gestione del turismo caratterizzata da una rilevante frammentazione delle competenze che genera un coordinamento delle politiche sul comparto assolutamente inadeguato”. In questo modo, “da una parte lo Stato centrale vara documenti strategici senza coperture finanziarie mentre, dall’altra, le Regioni, forti dell’attribuzione costituzionale del turismo quale materia di competenza esclusiva, non di rado si sentono legittimate a programmare il turismo in una ‘giungla’ normativa e attuativa- sottolinea Rio-. È ora, quindi, di riaccendere i motori del processo partecipativo per attivare alcuni interventi nell’immediato”.


Nel dettaglio, spiega, occorre redigere un nuovo Piano strategico nazionale 2022-2027, “consentire alcune riforme strutturali del comparto attraverso un nuovo Codice del turismo e creare un’unica agenzia per la produzione dei dati statistici non soltanto statici ma anche previsionali in modo tale da rendere più consapevoli e tempestive le scelte dei portatori d’interesse del settore. Il tutto ovviamente coordinato dal ministero del Turismo che si spera venga attivato in tempi brevi”.

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