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Covid, Emilia-Romagna in allarme: terapie intensive oltre la soglia di guardia

Secondo l'assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini durante il periodo di zona gialla si è insinuata la variante del virus, provocando un'impennata dei contagi che ad oggi desta grande preoccupazione

Pubblicato:02-03-2021 11:40
Ultimo aggiornamento:02-03-2021 13:00
Autore:

raffaele donini
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di Andrea Sangermano e Mirko Billi

BOLOGNA – Ha superato la soglia di guardia il numero di ricoveri in terapia intensiva in Emilia-Romagna. Lo conferma Raffaele Donini, assessore regionale alla Sanità, ascoltato questa mattina in commissione Politiche della salute. “La situazione epidemiologica, qui come in altre regioni presenta un fatto inedito dall’inizio della pandemia– spiega Donini- perché nel periodo di calo dei contagi, con l’Emilia-Romagna in zona gialla, ha iniziato a insinuarsi la variante del virus che ad oggi stimiamo preponderante rispetto al ceppo originale”. Questo, continua l’assessore, “ha provocato un’impennata dei contagi in maniera riguardevole, che desta preoccupazione”. Oggi, dunque, in Emilia-Romagna “abbiamo una soglia di occupazione dei letti del 39%, quindi in sostanza al livello di guardia, e un tasso di saturazione delle terapie intensive al 31%, quindi al di sopra della soglia di guardia– afferma Donini- ricordo che fino a 10 giorni fa eravamo invece abbondantemente sotto”.

Quindi, sottolinea l’assessore, “c’è anche una maggiore fatica nella gestione dei reparti ospedalieri. Altre volte siamo stati in zona arancione, ma oggi non abbiamo la certezza di una discesa della curva perché la diffusività della variante non è mai stata valutata in base alle fasce previste nel dpcm“. Per questo, spiega Donini, “abbiamo guardato i territori con maggiore incidenza di contagio e condiviso con tutti gli enti locali e le aziende sanitarie misure aggiuntive alla fascia arancione per mettere al riparo la fascia scolastica e avere una minore circolazione delle persone. Ma la situazione è in continua evoluzione, come dimostra Bologna”.


DONINI: “IN 2 SETTIMANE C’È STATO UN PICCO CONTAGI SENZA PRECEDENTI”

Nelle ultime due settimane in Emilia-Romagna c’è stato “un picco senza precedenti” di contagi tra i bambini e i ragazzi in età scolastica, rimarca Donini. “Dal 14 settembre 2020 all’1 marzo 202 abbiamo avuto 18.197 studenti che si sono contagiati e 3.043 tra il personale scolastico. Ma nelle ultime due settimane abbiamo avuto 3.233 studenti, cioè il 18%, e 483 lavoratori, cioè il 15%, che si sono contagiati, un picco che non ha paragoni coi mesi precedenti”. I focolai invece sono “2.528 da ottobre a oggi, di cui 651 in febbraio”, sottolinea Donini. Quindi anche in questo caso “una dimensione di contagio della popolazione in età scolastica e di focolai a scuola che non ha pari rispetto ai mesi precedenti. E questo è dovuto alla maggiore diffusività del virus a causa della variante inglese”, afferma l’assessore. Che poi rivendica: “Non è che non abbiamo agito tempestivamente in ambito scolastico. Oltre alle centinaia di migliaia di tamponi rapidi in farmacia, abbiamo fatto anche 226.000 tamponi e 65.000 test rapidi nell’ambito del contact tracing nelle scuole”.

DONINI: “SIAMO DISPONIBILI A ZONA ROSSA BOLOGNA, IL PICCO VA FERMATO”

Casi di Covid in lieve decremento oggi in Emilia-Romagna: nelle ultime 24 ore sono stati registrati 2.040 nuovi positivi, dei quali 834 asintomatici. “Ma non illudiamoci, perché il trend porta all’insù“, avverte l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, fornendo i primi dati della giornata. Confermata, dunque, la possibile condivisione da parte della Regione di “ulteriori ordinanze o comunque provvedimenti restrittivi, sia su Bologna sia per altri territori che abbiano gli stessi parametri di incidenza” del virus. Stiamo monitorando la situazione ora per ora”, sottolinea Donini. La situazione infatti è “in continua evoluzione- dice ancora l’assessore- tanto che la Città metropolitana di Bologna non ha fatto mistero di rendersi disponibile a ulteriori restrizioni, sostanzialmente riconducibili alla zona rossa“. Su questo “l’interlocuzione è in corso, la nostra disponibilità non viene meno per le stesse ragioni di qualche giorno fa”, quando si è deciso per l’arancione scuro, cioè con l’obiettivo di “tentare di contenere questo picco” dovuto alla variante inglese.

NESSUNA REMORA SUI VACCINI, LA REGIONE FA IL TIFO PER L’OK ALLO SPUTNIK

L’Emilia-Romagna ‘tifa’ per l’ok al vaccino russo Sputnik, già acquistato nella confinante Repubblica di San Marino. “Io mi attengo alla decisione degli organismi preposti. Ma non vedrei l’ora– afferma l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini- che vi fosse da organismi preposti (Ema ed Aifa, ndr) una validazione di efficacia e non pericolosità di altri vaccini e che lo stato italiano li acquistasse. Non abbiamo nessun tipo di remora”. Rispondendo ai consiglieri in commissione, Donini ha difeso quanto fatto dalla Regione sulle vaccinazioni anti-Covid. “Nella miseria dei vaccini a disposizione siamo quelli che vaccinano di più“, rivendica l’assessore: un vaccinato su 10 a livello nazionale viene dall’Emilia-Romagna.

Inoltre, dice Donini rispondendo alla leghista Valentina Stragliati, “a me non risulta che gli insegnanti fatichino a prenotare. Che i medici di medicina generale non sappiano dare risposte non è accettabile e quelli che si rifiutano verranno indicati per provvedimenti disciplinari”. I medici di base, ricorda infatti Donini, “non possono, devono vaccinare, in base ad un accordo nazionale. È obbligatorio, in ragione del piano vaccinale. Per quanto ci riguarda questa settimana utilizzeranno gran parte delle dosi a disposizione per il personale scolastico”.

Per quanto riguarda la proposta di aumentare le vaccinazioni in zona rossa, “le zone rosse potrebbero estendersi anche rapidamente, non solo in Emilia-Romagna”, risponde Donini. “Un discorso su questo andrà fatto in sede governativa, ma è molto difficile perché ognuno fa conto dei pochi vaccini assegnati e non è escluso che la situazione cambi in maniera repentina”.

Infine, le difficoltà a prenotare ieri nel primo giorno dedicato ai vaccinandi 80-84 enni. C’è stato “qualche problema il 15 febbraio”, quando era la volta degli ultra 85enni, “meno nella giornata di ieri. Il sistema (informatico, ndr) ha tenuto molto più che la volta scorsa grazie alle prove di carico che abbiamo fatto”.

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