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ROMA – Circa duemila persone in rappresentanza di decine di comuni delle zone colpite dal terremoto manifestano a piazza Montecitorio. Protestano gli amministratori locali delle province di Teramo, L’Aquila, Pescara e Chieti.
“L’Abruzzo merita rispetto, soprattutto dal governo. Vogliamo certezze sul futuro senza alcuna esitazione viste le tragedie che si sono consumate sul suo territorio, a cominciare dall’albergo di Rigopiano“, spiega il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, che insieme ad altri amministratori incontrera’ la presidenza della Camera.
“Le province dell’Abruzzo non possono piu’ sottacere alla situazione di grave emergenza che stanno vivendo. I parlamentari prendano in mano la situazione e predispongano risposte utili secondo quanto previsto dal loro ruolo. Questa situazione di stallo e’ intollerabile“, aggiunge. Tanti i primi cittadini in piazza, a reggere i gonfaloni dei rispettivi comuni.
Sugli striscioni slogan che trasmettono lo sfinimento delle popolazioni colpite dalla doppia emergenza, il sisma e il maltempo. “Noi a Basciano abbiamo 4 chiese, e sono tutte e 4 cadute. Gli sfollati sono 150 su 2mila abitanti. Eppure ospitiamo anche una ottantina di migranti. Delle 4 scuole che abbiamo, non ce n’e’ una sola che sia a norma. Siamo gente orgogliosa. Non ci facciamo sentire. Ma ora e’ il momento di darci una mano”, spiega Ercole De Filippo, vicesindaco del piccolo comune abruzzese.
“C’è la piena disponibilità del governo ad accogliere le nostre richieste. Abbiamo una settimana in piu’ per presentare gli emendamenti. Si è parlato poi di sospensione delle misure fiscali”. Così gli amministratori locali abruzzesi delle zone colpite da sisma, dopo l’incontro con il sottosegretario all’economia Paola De Micheli. Della delegazione hanno fatto parte tra gli altri il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, il presidente provincia di Pescara Antonio Di Marco, Mario Pupillo, presidente della provincia di Chieti.
“Abbiamo chiesto interventi mirati per alcune zone e a pioggia per altre. Noi vigileremo. Ma oggi possiamo dire che inizia un percorso“, spiega Brucchi.
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