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Suicidio allo Iulm, Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale): “A 19 anni nessuno dovrebbe pensare di aver fallito”

Il cantante de Lo Stato Sociale interviente su Instagram e rivela di aver pensato, anche se solo "per un attimo", al suicidio all'epoca dell'Università: "Nessun giovane a 19 anni dovrebbe pensare di aver fallito"

Pubblicato:02-02-2023 13:22
Ultimo aggiornamento:03-02-2023 09:56

lodo guenzi suicidio
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BOLOGNA – Il caso della studentessa di origini sudamericane che ieri si è suicidata a Milano nei bagni dello Iulm ha spinto il frontman de Lo Stato Sociale, Lodo Guenzi, a intervenire. E a raccontare di aver pensato, anche se solo per “un attimo”, di “mollare tutto” e di “voler sparire“. E dunque a togliersi la vita, quando ancora non aveva 20 anni, perchè in quel momento “quella mi sembrava l’unica via d’uscita“. Prosegue: “A guardarlo adesso è stato un attimo, mi vergogno quasi a dirlo“. Ma quell’attimo c’è stato. E non è giusto che ci sia, non dovrebbe esserci per nessun ragazzo o ragazza di quell’età. Perchè nessuno a quell’età dovrebbe sentirsi un “fallito”. È questo il messaggio che il cantante, prendendo spunto dal terribile fatto di Milano, decide di lanciare.

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LA SCUOLA CHE DIVENTA UN “ASSAGGIO DI FRUSTRAZIONE”

Lodo Guenzi, con la tristezza nel cuore per la 19enne che a Milano si è tolta la vita dopo aver lasciato un biglietto in cui c’era scritto “Ho fallito tutto nella vita, ha scritto un lungo post su Instagram. Il senso? Dire che nessun giovane dovrebbe sentirsi “fallito” a 19 anni. “È capitato anche a me”, ma invece “a 19 anni non hai fallito niente“, dice. E punta il dito sul fatto che sia profondamente sbagliato che al giorno d’oggi la scuola (e l’università), anzichè essere una “palestra di vita” come dovrebbe, si sia di fatto trasformata nel primo luogo in cui un giovane si sente “frustrato” sottoposto a giudizio. Di fatto, scrive il cantante, la scuola oggi non è “più in una palestra in cui poter sbagliare”, ma “un assaggio delle frustrazioni di domani“. Nel lungo post, oltre a vicissitudini familiari, c’è un rimando anche alla sua frequentazione dell’Università: “Facevo 600 chilometri a settimana per andare a farmi dire che non ce l’avrei fatta”. Ed è proprio in questo periodo complicato, spiega Lodo Guenzi, che gli è venuto per un attimo il pensiero di “sparire”.


IL DRAMMA DEI TANTI SUICIDI PER GLI ESAMI UNIVERSITARI MAI SOSTENUTI

Il post è accompagnato dalla foto di un biglietto in cui, a penna, c’è scritto “Io non volevo manco farla ‘sta Università“. Perchè il tema è anche questo: negli ultimi anni si sono sentiti purtroppo numerosi casi di studenti che hanno problemi con l’Università e che si ritrovano a un certo punto a non riuscire più a reggere al castello di menzogne raccontate in giro. Magari sono rimasti indietro con gli esami e non lo hanno detto alla famiglia. E alla fine si tolgono la vita per uscire da questa situazione emotiva che li schiaccia. Il caso di Milano non è forse di questi, perchè la studentessa nel biglietto ha scritto di aver fallito “tutto” e non parla solo di Università, ma il messaggio di Guenzi è anche per questi ragazzi.

“A 19 ANNI NON HAI FALLITO NIENTE”

Ecco il post: “Non riesco a non pensare a quella ragazza di 19 anni che si è ammazzata nel bagno della sua università, lasciando scritto “nella vita ho fallito tutto”. E no, a 19 anni non hai fallito niente. Ma lo pensavo anche io a 19 anni. Facevo 600 chilometri a settimana per andare a farmi dire che non ce l’avrei fatta, mentre la mia prima ragazza era morta senza un perchè, e la seconda mi lasciava per la distanza. L’unico momento in cui ho pensato di mollare tutto, ma ancora più forte di voler sparire. A guardarlo adesso è stato un attimo, mi vergogno quasi a dirlo. Ma in quel momento sembrava l’unica via d’uscita logica, l’unica strada. Io non so neanche perchè lo scrivo, e non so se è una questione di gara di eccellenza dentro il percorso formativo, come è sempre stata, o molto di più il fatto che il mondo del lavoro fuori garantisca la sopravvivenza solo per chi eccelle, sacrificando i diritti ai tempi di produzione, e trasformando la scuola non più in una palestra in cui poter sbagliare, ma in un assaggio delle frustrazioni di domani. Io vorrei dire a una ragazza che non sei tu che quel pensiero lo capisco, davvero. Ma che se resisti in quel momento, può essere che per te sia stato un attimo. E forza, davvero. #università“.

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