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Nelle Marche 3.200 imprese a rischio default

Secondo quanto emerso dall'Osservatorio 'Trend Marche', realizzato da Cna e Confartigianato in collaborazione con Intesa Sanpaolo, nel 2020 il sistema produttivo regionale ha perso 1.188 attività

Pubblicato:02-02-2021 15:33
Ultimo aggiornamento:02-02-2021 15:33
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ANCONA – Artigiano e Pmi, nelle Marche a rischio default 3.200 imprese nel 2021 (di cui 1.100 a causa delle restrizioni dovute al Covid). È quanto emerge dall’Osservatorio ‘Trend Marche’, realizzato da Cna e Confartigianato in collaborazione con Intesa Sanpaolo, presentato questa mattina a palazzo Raffaello insieme al presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e al suo vice, Mirco Carloni. Nel 2020 il sistema produttivo regionale ha perso 1.188 attività: -577 in agricoltura, -558 nel commercio, -296 nel manifatturiero e -548 nell’artigianato.

“Nei primi 9 mesi del 2020- spiega il professor Ilario Favaretto dell’Università di Urbino- i ricavi delle imprese artigiane marchigiane sono diminuiti del 17,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Il territorio in cui si è registrata la maggior perdita di imprese è Ancona (-504), seguito da Macerata (-413), Pesaro Urbino (-237) e Fermo (-70). In controtendenza Ascoli Piceno (+36). “Per quanto riguarda l’export- spiega il presidente di Confartigianato Marche, Giuseppe Mazzarella- il 16% delle imprese marchigiane prevede, fino a giugno 2021, una riduzione di domanda estera di beni e servizi a causa dell’emergenza pandemica”. Secondo l’economista Giovanni Foresti (direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo) le aziende di tutti i settori prevedono fatturati in perdita nel 2020. Dai picchi del turismo (oltre il 30% in meno) e dei servizi alla persona (oltre il 25% in meno) alle perdite più contenute delle costruzioni (-5%). Unica eccezione, con previsione di segno positivo, per alimentari e farmaci.

“È alto il rischio che nel 2021 una quantità importante di prestiti concessi dalle banche alle aziende marchigiane si trasformi in crediti deteriorati– spiega il presidente regionale di Cna, Gino Sabatini-. Sarà per questo fondamentale continuare a poter accedere ai crediti garantiti dallo Stato a cui, nel 2020, hanno fatto ricorso il 42,5% delle nostre aziende in crisi di liquidità. Vanno poi colte le opportunità del Recovery, dei fondi strutturali europei e del bilancio regionale per aprire cantieri e realizzare opere capaci di creare posti di lavoro”. Il direttore regionale di Intesa Sanpaolo (Emilia Romagna-Marche), Cristina Balbo, ha ricordato che nel 2020 l’istituto di credito ha concesso “1,2 miliardi di liquidità alle imprese, in particolare a quelle medio-piccole ed ha sospeso finanziamenti per oltre 2 miliardi”, aggiungendo poi che le Marche da questa crisi devono “uscire con un modello un po’ diverso” e che Intesa è stata ed è consapevole “sia nella prima fase di resistenza che in quella attuale, dove è necessario lavorare sugli asset del rilancio, del nostro ruolo al fianco delle imprese”.


Tra gli interventi anche quello del Rettore della Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori: “Secondo una nostra indagine il 30% delle imprese ha diversificato e introdotto servizi aggiuntivi- conclude- il 20% ha riorganizzato i processi produttivi e modificato i modelli organizzativi. È forte la richiesta di sospensione della tassazione e la possibilità di ottenere sgravi fiscali”.

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