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Vaccino, Toti: “Come avere la tavola pronta e nessuno fa la spesa”

Il governatore della Liguria parla della campagna vaccinale, di Sanremo, ma anche della crisi di Governo: "Scommetterei su un Conte tre"

Pubblicato:02-02-2021 11:33
Ultimo aggiornamento:02-02-2021 11:49

giovanni toti
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GENOVA – “Vedo una morbosa attenzione alla gara tra regioni, chi è pronto, chi è scattato, chi sta già prendendo le prenotazioni: la verità è che abbiamo le tavole apparecchiate, abbiamo i camerieri, abbiamo i cuochi, ma nessuno è andato a fare la spesa”. Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a ’24 Mattino’ su Radio 24, parlando dello scarso approvvigionamento di dosi vaccinali anti covid. “Non c’è il rischio che manchino dosi in assoluto, ma quello che manchino per fare una campagna di vaccinazione in modo massivo e rapido- spiega il governatore- il nostro obiettivo è vaccinare gli over 80 nel più breve tempo possibile, poi il Paese può sostanzialmente ripartire, perché sono i nostri papà e i nostri nonni che occupano i nostri ospedali e allungano la lista dei decessi”.

“SANREMO TRISTE SENZA PUBBLICO?: BISOGNA ADATTARSI AI TEMPI”

“Festival di Sanremo triste senza pubblico? Bisogna, in qualche modo, adattarsi ai tempi. Rinunciarvi per un anno avrebbe contraddetto quello che ci stiamo dicendo da mesi, ovvero che dobbiamo provare a convivere con questa pandemia cercando di rinunciare il meno possibile alle attività di tutti i giorni” ha spiegato Toti, a Radio 24. “Io avrei concesso un po’ di pubblico– ammette il governatore- vorrei capire per quale ragione posso stare con tanti passeggeri chiuso in una cabina di un aereo, ma non posso andare a vedere un film in un cinema o un festival musicale in un teatro”. In ogni caso, ricorda Toti, “il 15 febbraio abbiamo il rinnovo delle norme anti covid per tutto il Paese, vedremo come andrà la pandemia: speriamo che ci siano numeri che consentano qualche piccola apertura in più, non mi rassegno”.

“SE DOVESSI SCOMMETTERE SUL GOVERNO, LO FAREI SU UN CONTE TER”

“Ieri si è perso il pomeriggio in pretattica, oggi vedremo che cosa riusciranno a chiudere. Dovessi scommettere, ma per fortuna non devo farlo, scommetterei su un Conte tre. Siamo nell’ambito del vecchio governo rimaneggiato e questo, onestamente, non ci può interessare. Le altre ipotesi sul tavolo potevano essere due, ma non sono neanche arrivate alla porta- ragiona Toti- un governo con capacità tecniche elevate, a cui i partiti prestano i voti in Parlamento, oppure un governo in cui i principali partiti impegnano i loro esponenti di punta con un programma molto ristretto e limitato nel tempo, per poi tornare a votare. Nelle democrazie passate, quando c’era bisogno di un governo di unità nazionale, si faceva così”.


“AL PAESE SERVE UN ‘MODELLO LIGURIA’, DOVE LE OPERE SI REALIZZANO DAVVERO E IN FRETTA”

“In questo momento così difficile, al Paese serve un ‘modello Liguria’, dove le opere si realizzano davvero e in fretta e gli amministratori si assumono le loro responsabilità. Basta discutere di riforme e di provvedimenti solo a parole, se l’Italia vuole cambiare, deve farlo partendo da qui, con i fatti”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo! Giovanni Toti, commentando gli ultimi dati Istat sul mercato del lavoro. “Sui giornali- prosegue il governatore- leggiamo che servono otto mesi e le autorizzazioni da sei enti diversi solo per aprire un cantiere per la banda ultralarga, praticamente un terzo del tempo che ci abbiamo messo per restituire a Genova un nuovo ponte, dopo il crollo del Morandi”. Intanto, aggiunge Toti, “mentre a Roma tentano di salvare le poltrone, i dati Istat ci riportano alla triste realtà: la pandemia, nel 2020, ha cancellato 444.000 posti di lavoro; nel nostro Paese, a dicembre, l’occupazione è tornata a calare con 101.000 lavoratori in meno, di cui oltre il 90% sono donne. Numeri allarmanti, soprattutto se pensiamo che i licenziamenti in Italia sono bloccati solo fino a marzo”.

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