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VIDEO | Donne, nasce a Roma il comitato ‘Femminicidio in vita’ contro i figli strappati alle madri

A Roma nasce un comitato per combattere gli abusi nella sottrazione di figli alle donne nelle situazioni di conflittualità tra genitori

Pubblicato:02-02-2020 11:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:56
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ROMA – “Un comitato che vuole fare luce su quante madri in Italia vengono ridotte a semplici ‘comparse’ nella vita dei loro figli quando decidono di separarsi da un partner violento”. Con questa premessa si è presentato ieri a Roma il neo nato comitato “Femminicidio in Vita” che lavorerà nella sede di via Tasso 145 a Roma, tra le mura del Museo Storico della Liberazione, deciso a contrastare il fenomeno dei figli tolti alla madri, spesso in nome della ‘Pas’, sindrome di alienazione parentale, su cui tanto si sta discutendo negli ultimi tempi: “È sufficiente accusare un genitore (di solito la madre) di sindrome di alienazione parentale per arrivare al prelievo dei figli con destinazione casa famiglia o presso il padre, quand’anche fosse violento”.

Sabato 6 febbraio il Comitato tornerà a protestare sotto gli uffici del  Parlamento europeo di Bruxelles. E spiega perchè: “I figli non possono essere strappati ai genitori con motivi pretestuosi, soprattutto a quelli che hanno meno mezzi culturali ed economici per difendere i loro diritti”, ha spiegato ieri il comitato in una nota. E si chiede “a quale bigenitorialitá facciano riferimento Marino Maglietta, Giovanni Battista Camerini, Marco Pingitore, Guglielmo Gulotta, Simone Pillon, e Adriano Mazzola, quando parlano di supremo ‘interesse del minore'”.

 


Altro interrogativo su cui vogliono fare luce è “perché si stia cercando di normare tutti quei fenomeni che intaccano la sfera familiare-tradizionale“. La risposta, secondo loro, è semplice, e cioè che ci sia un tornaconto economico: “È un tema che può essere facilmente monetizzato. E se i diritti dei figli possono essere messi al centro ma con lo scopo di strumentalizzarli, è quasi certo che in molti godranno di un introito da pattuire”. In questo modo figli, prosegue il comitato, “vengono catapultati in uno straziante e costante stato di assedio. Sono bambini che per ‘guarire’ devono essere collocati in case- famiglia o affidati al genitore che non vogliono incontrare”. 

Il comitato ricorda poi un elenco di casi in cui “questi strappi dai propri figli sono già stati sperimentati”. Ad esempio: “Ombretta Giglione di Cittadella, che non vede più suo figlio di 10 anni da quando venne prelevato in modalità coatta a scuola dal padre avvocato; Ginevra Amerighi alla quale venne strappata a soli 18 mesi la figlia, non la vede da ormai nove anni. Imma Cusmai, a cui la figlia è stata sottratta nel 2013 sulla base di una perizia ‘alterata’ e da allora sta affrontando un calvario pressochè quotidiano per non perdere bambina”.

Si ricorda poi il caso di Laura Massaro, una mamma romana “che ha rischiato di vedersi togliere il figlio già assegnato a una tutrice” e di vederlo entrare in una casa famiglia. Al momento la situazione è stata fermata perchè la donna “ha vinto in appello” e “il figlio non verrà ‘deportato'”, ma in ogni caso “non è tranquilla perché già attende una contro mossa”.

Il comitato si scaglia poi contro il senatore leghista Simone Pillon, difensore della Pas”. Di recente, ricordala nota, “la trasmissione Report ha affrontato il tema dei finanziamenti Russia/Stati Uniti, strettamente collegati al Congresso nazionale delle famiglie tenutosi a Verona”.

Quanto alla legge 54/2006 sull’affido condiviso, tuona il comitato: “Questa legge si è rivelata, negli anni, una clava usata contro le donne, anche nei casi di violenza”. Perché “se i figli rifiutano di vedere un genitore, ecco che l’altro viene risucchiato in un vortice di consulenze tecniche d’ufficio, colloqui con gli assistenti sociali, guerre di carte bollate. Con finali spesso drammatici: madri descritte come malevole, istrioniche, colpevoli di scatenare conflitti di lealtà nei bambini. Una legge da abolire, o rivedere nelle sue più oscure convenienze”.

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