ROMA – Si chiama Eusebio Davalos il vincitore della prima edizione del premio Veronica Diomaiuta, un riconoscimento istituito dalla Cooperativa Operatori Sanitari Associati (Osa) per ricordare l’infermiera e coordinatrice prematuramente scomparsa nell’ottobre 2016 a seguito di una lunga malattia. Il vincitore, infermiere argentino con cittadinanza italiana di 46 anni, potrà frequentare così il Master di primo livello in cure palliative e terapia del dolore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. “È stata una sorpresa vincere questo premio- racconta Eusebio- e per me rappresenta un’enorme responsabilità e una gioia immensa, perché mi offre la possibilità di migliorarmi nel mio lavoro. Ringrazio la Cooperativa per avermi scelto, è una cosa che mi onora. Spero di riuscire a conciliare studio e impegni professionali, perché questa è senza dubbio una grande occasione”.
Eusebio è arrivato in Italia nel 2003 e grazie a Osa ha iniziato a lavorare come infermiere, nelle strutture ospedaliere con cui la cooperativa collabora da tempo e poi nell’assistenza domiciliare integrata. “In quindici anni di vita in Cooperativa- spiega- ho avuto l’opportunità di fare molta esperienza da un punto di vista professionale e umano. Ho cominciato come tirocinante al Policlinico Umberto I di Roma, poi ho prestato servizio nell’Adi alla Asl Roma E. In seguito sono stato all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, nel reparto di neurologia. Ormai da qualche anno lavoro nel servizio Adi all’interno del territorio della Asl Roma D”.
Un lavoro nobile quello di Eusebio che si prende cura degli assistiti della cooperativa direttamente a domicilio e che grazie al master acquisirà ancora maggiori competenze. “Quotidianamente mi trovo ad assistere persone anziane che spesso stanno attraversando gli ultimi anni della loro vita- prosegue nel suo racconto Eusebio- per questo i temi trattati dal master sono molto importanti per la mia attività lavorativa. È fondamentale, infatti, poter offrire prestazioni infermieristiche d’eccellenza ai nostri assistiti perché le persone di cui ci prendiamo cura sono al centro di tutto”

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