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Terremoto, all’Aquila lo sciame sismico manda gli adulti in tilt

L'equipe degli psicologi di IdO (Istituto di Ortofonologia) è in campo per aiutare a gestire gli stati di ansia: stanno facendo un percorso con docenti, genitori e studenti

Pubblicato:02-02-2017 18:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:52

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ROMA – Dal 24 agosto ad oggi gli aquilani non hanno mai smesso di sentire la terra tremare, ma le quattro scosse del 18 gennaio a Montereale hanno scatenato il panico.

“È una situazione anomala rispetto a quanto vissuto nel passato: quattro scosse così forti tutte insieme non si erano mai viste– raccontano alcuni abitanti del capoluogo abruzzese alla DIRE- ci hanno terrorizzato. Poi, al terremoto, si è aggiunta la neve con le strade impraticabili e le scuole chiuse. Eravamo murati in casa”.


Le ultime scosse alle pendici del Monte Pettino hanno continuato a scatenare ansia e paura: “Nel 2009 dissero che lo sciame sismico era di bassa entità e invece ha portato al grande terremoto. Abbiamo tante informazioni ma una contraddice l’altra. A chi dobbiamo credere?”.

Le persone preferiscono dormire nei camper, o comunque fuori casa, per evitare che la paura riaffiori.

Timori che colpiscono soprattutto gli adulti. “I bambini non ricordano quanto è accaduto nel 2009 e, adesso, con le scosse piccole non capiscono perché abbiamo tutta questa apprensione. Ma nel 2009 dicevano ‘Non vi preoccupate sono solo scosse piccole, scosse di assestamento, state tranquilli e poi è venuta giù la città. Noi non ci fidiamo più e abbiamo paura che stia arrivando l’apocalisse. Le notizie sono contrastanti: prima dicono che potrebbe arrivare un terremoto fino a 7 gradi, poi fino a 5 gradi. Che fare? Dormire a casa oppure no? Siccome non è prevedibile il terremoto, stiamo andando in tilt. È vero che le case sono state ristrutturate e messe in sicurezza, ma questa sicurezza che tipo di scossa regge?”.

Le scuole stanno riaprendo, ma non tutte. Riaprono i MUSP (Moduli ad Uso Scolastico Provvisori) su cui sono stati fatti gli accertamenti e nel frattempo i bambini continuano a vedere i genitori sempre connessi al sito dell’INGV, per sapere dov’è l’epicentro dell’ultima scossa di terremoto e di quale intensità.

La direzione del Circolo Didattico ‘Amiternum-Marconi’ a l’Aquila, che conta 1.250 alunni in 14 plessi e 170 adulti tra insegnanti e personale ATA, si è attivata per la gestione degli stati di ansia. Lì è presente dal 2009 l’equipe di psicoterapeuti esperti dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) per aiutare i docenti, i genitori e gli studenti ad affrontare il trauma del post terremoto.

“Abbiamo già collaborato con l’IdO nel 2009, ma allora la situazione era diversa”, precisa alla DIRE Gabriella Liberatore, preside del Circolo Didattico ‘Amiternum-Marconi’. “Allora eravamo al centro del dramma e del dolore causato dalla distruzione, adesso l’epicentro è nei territori limitrofi. Noi non abbiamo vissuto direttamente lo sfollamento, la paura, il dolore e la perdita dei cari e oggi i bambini della scuola primaria non possono ricordare il terremoto del 2009. Le recenti scosse li turbano soprattutto indirettamente, sono toccati dalle ansie e dalle paure che vivono gli adulti, o perché hanno un compagno che viene da Amatrice e che ha perso un parente sotto le macerie”.

Secondo Liberatore gli adulti “agiscono in questo contesto in maniera talora non all’altezza delle situazione e delle responsabilità. Pensiamo anche alle misure adottate dalle amministrazioni scolastiche che hanno chiuso solo per scosse di 2 gradi, o ancora i genitori che non mandano i figli a scuola se durante la notte si è verificata una scossa lieve. Abbiamo richiesto l’intervento di psicoterapeuti esperti perché bisogna aiutare gli adulti a gestire l’ansia e la paura che si stanno riversando sui minori. È interessante analizzare il fenomeno come si sta verificando attualmente- commenta la preside- c’è molta irrazionalità nelle paure degli adulti rispetto al fenomeno in sé e a quello che potrebbe accadere. C’è anche la paura degli esperti e degli amministrazioni locali di rischiare una sottovalutazione del rischio e poi diventarne responsabili. Tutti quelli che hanno una responsabilità: il genitore verso i figli, i dirigenti scolastici la sicurezza della scuola, gli amministratori degli gli edifici pubblici e la città, ognuno cerca di rafforzare le misure di prevenzione, che non sempre sono le più adeguate ed efficaci nella percezione dell’utente”.

Liberatore invita tutti “a ragionare in maniera rassicurante senza sottovalutare il pericolo”. Da qui la necessità di proporre un progetto di supporto psicologico per insegnanti e genitori, “e solo in ultima analisi organizzare dei piccoli laboratori dove coinvolgere più da vicino il gruppo classe con progettazioni didattiche ad hoc, laddove ad esempio è presente un bambino di Amatrice che ha subito il trauma vero del terremoto,che ha visto la distruzione delle case e subito lo sradicamento. L’integrazione scolastica è il nostro punto di forza”.

All’Aquila “il terremoto è diventato la punta dell’iceberg delle ansie genitoriali e dei docenti – precisa la dirigente- che a loro volta sono genitori e non sempre reggono in maniera adeguata questa doppia responsabilità”.

Per affrontare una “inadeguatezza generale dobbiamo offrire degli strumenti culturali e psicologici appropriati”. Il circolo didattico Amiternum inizia a farlo domani (venerdì 3 febbraio) con un incontro rivolto a tutti i docenti. “Venerdì abbiamo un Open Day e la scuola sarà piena di genitori. Non escludiamo- conclude- che nella fase di conferenza dedicata ai docenti, parteciperanno anche i genitori”.

di Rachele Bombace, giornalista professionista

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