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Giorno del Ricordo, Iacop: “Memoria Foibe a lungo nascosta”

TRIESTE - Ad aprire la seduta del Consiglio regionale, la celebrazione del

Pubblicato:02-02-2016 14:45
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:53

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foiba-di-basovizza-02TRIESTE – Ad aprire la seduta del Consiglio regionale, la celebrazione del Giorno del Ricordo, solennità civile che si celebra il 10 febbraio per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Alla presenza delle Associazioni rappresentative, prima della commemorazione affidata a Lucia Bellaspiga, scrittrice e giornalista, inviata di Avvenire, figlia di esuli istriani, il presidente del Consiglio Franco Iacop ha ricordato che l’istituzione di questa giornata – approvata con una apposita legge nel 2004 con il voto parlamentare a larghissima maggioranza-  “ha assunto la pienezza dei suoi significati nella consapevolezza che per troppo tempo l’orribile capitolo delle foibe e dell’esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia è stato nascosto al nostro Paese“.

“Un momento – ha proseguito Iacop – che corrisponde all’esigenza di un riconoscimento umano e istituzionale per troppo tempo mancato e che non ha nulla a che vedere con il nazionalismo. Il Giorno del Ricordo presenta il significato di una memoria ritrovata e condivisa. Rileggere un capitolo del passato comune e condividere lo sforzo di analizzarlo e interpretarlo nel decennio in cui le Repubbliche di Slovenia e di Croazia sono parte di un’Europa nella quale nessuna identità può essere sacrificata.


“Non è senza significato- ha aggiunto- se nella legge istitutiva si sia sottolineata l’importanza di rinnovare la memoria della tragedia delle vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati e della più complessa vicenda del confine orientale d’Italia. Il Giorno del Ricordo è un’occasione per convertire la memoria di una immensa tragedia in una riflessione su quanto le cose siano cambiate nel frattempo e come gli sviluppi maturati lascino sperare in un futuro migliore, improntato ai valori della pace, della cooperazione e dell’accoglienza, privo di violenze e ingiustizie”.

“Dobbiamo giustamente ricordare- ha continuato Iacop- ciò che è accaduto, e non stancarci di condannare con tutto lo sdegno possibile i crimini efferati e gli orrori della guerra, delle persecuzioni, delle stragi e della pulizia etnica, consapevoli che da allora sono cambiati non solo il confine orientale, con i suoi vasti intrecci, in termini di contatti e scambi fra popoli e differenti culture, valori e aspirazioni, ma tutta l’Europa, la sua storia e ancor di più le sue prospettive di fronte agli scenari di guerra del Medio Oriente e del Nord Africa. La sfida dei nostri tempi si gioca sulla nostra capacità di investire nel futuro di noi stessi e dei nostri figli, memori di ciò che è accaduto, ma protesi a realizzare un mondo diverso, dove l’odio sia sostituito dal dialogo e dalla voglia di camminare insieme, ma nel comune interesse di contribuire a scrivere una nuova pagina di terre e popoli che per secoli hanno dialogato e collaborato tra loro”.

Noi oggi- ha concluso- ricordiamo le vittime delle foibe, l’esodo giuliano-dalmata e le vicende del confine orientale, anche per dovere nei confronti dei superstiti, dei famigliari delle vittime, delle Associazioni che coltivano la memoria di quelle tragedie. La storia degli ultimi 70 anni ha posto le premesse per ricucire le lacerazioni con riferimento all’avanzare del processo di integrazione europea, anche nel Quadrante orientale e in questo contesto la nostra Regione può svolgere un ruolo importante e avere una funzione determinante”

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