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Migliaia di egiziani chiedono al British Museum di Londra di restituire la Stele di Rosetta

La petizione lanciata dalla rettrice dell'Accademia araba delle Scienze, Monica Hanna: "Il colonialismo va superato"

Pubblicato:01-12-2022 18:51
Ultimo aggiornamento:01-12-2022 18:51

stele di rosetta - egitto - monica hanna - britsh museum
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ROMA – La stele di rosetta, la pietra in granito nero che 200 anni fa fu la chiave per decifrare i geroglifici egizi, deve tornare in Egitto: questa la richiesta contenuta in una petizione con oltre 4.200 firme partita dal Paese arabo all’indirizzo del Regno Unito, che più di due secoli fa divenne la casa del prezioso manufatto, ospitato al British Museum di Londra.

“Penso che tutte le nazioni abbiano il diritto di chiedere indietro i loro reperti” ha dichiarato alla stampa africana Monica Hanna, la rettrice dell’Accademia araba delle Scienze, della tecnologia e dei trasporti marittimi, responsabile della raccolta firme.

La stele, un documento politico del II secolo a.C. redatto in tre lingue, venne ritrovata dal capitano francese capitano francese Pierre-François Bouchard nei pressi della città di Rosetta, non lontano da Alessandria, durante la spedizione di Napoleone alla conquista dell’Egitto, che all’epoca era parte dell’Impero Ottomano. La pietra però non rimase ai francesi bensì passò agli inglesi, che nel 1802 la trasferirono al British Museum, che da allora nega di aver sottratto illegalmente il reperto. Viene infatti citato un trattato tra l’Egitto con l’esercito inglese – che contribuì a respingere l’avanzata dei francesi – contenente anche la cessione della stele. La direzione del museo – che conta nella sua collezione circa 100mila reperti da Egitto e Sudan – respinge la richiesta sostenendo che nessuna domanda ufficiale è arrivata dal governo del Cairo.


“FU UNA VIOLENZA SULLA MIA CULTURA”

Come argomenta la rettrice, “per me la stele è un simbolo del colonialismo occidentale sulla mia cultura. Rappresenta un bottino di guerra, rappresenta la violenza culturale. Non sto solo chiedendo il suo rimpatrio, sto anche formando generazioni di studenti che diventeranno ricercatori per continuare la lotta, finché Rosetta non verrà restituita”. Hana evidenzia ancora: “nel XIX secolo la schiavitù era legale, il lavoro minorile era legale e le donne non avevano diritti. Oggi siamo nel XXI secolo, non possiamo cambiare la storia ma possiamo e dobbiamo correggere gli errori del passato“.

LA QUESTIONE DEI REPERTI TRAFUGATI

La questione delle opere d’arte o dei reperti archeologici sottratti in epoca coloniale e custoditi in musei e città straniere non riguarda solo l’Egitto, e da tempo anima un forte dibattito. La Germania, dopo mesi di negoziati, a luglio scorso ha restituito al governo della Nigeria le prime due di oltre 1.100 sculture note come “Bronzi del Benin”, l’antico regno di Benin o di Edo che sorgeva nell’attuale Nigeria. Qualche anno prima, la Francia ha invece restituito delle opere allo Stato del Benin.

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