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‘Il Madre all’opera’, presentata la programmazione del museo d’arte contemporanea di Napoli

De Luca: "Orgogliosi per quello che abbiamo fatto nel campo della cultura, non c'è regione d'Italia dove si sia investito tanto"

Pubblicato:01-12-2021 15:21
Ultimo aggiornamento:01-12-2021 16:23

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NAPOLI –  “A Napoli e in Campania dobbiamo essere orgogliosi per quello che abbiamo fatto nel campo della cultura, non c’è regione d’Italia dove si sia investito tanto”. Così Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, al Museo Madre di Napoli a margine della conferenza stampa ‘Il Madre all’opera’, presentazione della programmazione del museo d’arte contemporanea della Regione Campania. Con il governatore la presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Angela Tecce e la direttrice artistica del Madre Kathryn Weir. Presenti anche per il CdA della Fondazione Donnaregina Achille Bonito Oliva, e per il comitato scientifico Angela Vettese.

“Abbiamo moltissime opere di arte contemporanea che vorremmo poter esporre. Stiamo cercando di acquisire – ancora De Luca – un altro immobile per allargare il museo Madre, ma già oggi possiamo dire che il Madre diventa un punto di riferimento per la rete museale, per i parchi archeologici, per l’arte contemporanea”.

Tre le mostre principali previste nei prossimi mesi: Rethinking Nature (17.12.2021 – 02.05.2022), che indaga sui temi dell’ecologia politica in modo trasversale e multidisciplinare; una retrospettiva su Lawrence Carroll (25.03 – 05.09.2022), la prima in Europa dopo la sua scomparsa nel 2019; la collettiva Bellezza e Terrore: luoghi di colonialismi e fascismi (20.05 – 05.09.2022), che presenta nuove ricerche artistiche a partire da Napoli negli anni ’40; Ferdinandea, la personale di Clément Cogitore (17.06 – 05.09.2022), che prende l’avvio dalla storia dell’isola Ferdinandea per narrazioni e speculazioni geopolitiche.

“L’arte – ricorda Tecce – dialoga con il pubblico e getta dei semi, getta la possibilità di vedere il mondo in un modo diverso. Qualsiasi mostra è un seme gettato nella società che ci circonda, nei pubblici diversi perché non c’è più un pubblico a cui l’arte contemporanea si rivolge, bensì ognuno può trarne degli spunti soprattutto per immaginare un futuro diverso”.

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