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Lavoro, operaie Saga Coffee in piazza: “Governo fermi le multinazionali”

"Serve subito una legge contro le delocalizzazioni delle multinazionali, quante altre Saga Coffee, Whirlpool, Gkn ed ex Fiat dovranno esserci ancora?"

Pubblicato:01-12-2021 16:18
Ultimo aggiornamento:01-12-2021 16:18

saga coffee protetsa lavoratori
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BOLOGNA – “Non produciamo ‘macchinette’, come qualcuno ha detto, ma macchine professionali per uffici e ristoranti. Lottiamo affinché la nostra montagna non muoia. Se il gruppo Evoca vuole andarsene lo faccia, ma il lavoro resti nel nostro Appennino per tutti. Dai cancelli del presidio di Gaggio Montano non ce ne andremo finché non avremo una soluzione per tutti”. Così Giulia Gaggioli, lavoratrice di Saga Coffee, oggi alla manifestazione di Cgil-Cisl-Uil contro la manovra “inadeguata” del Governo in piazza dell’Unità a Bologna.

Intervenendo nel momento in cui si dà la parola ai delegati delle varie aziende citate dal palco, come modelli di organizzazione del lavoro non virtuosi, Gaggioli, addetta nel gruppo dei 220 che stanno rischiando il posto a Gaggio Montano, nella montagna bolognese, aggiunge rivolta a Governo, Regione e imprenditori, mentre in prima fila un gruppo di sue colleghe espone lo striscione della Rsu Saga: “Chiediamo un progetto di rilancio serio, che non sia una speculazione finanziaria. Serve subito una legge contro le delocalizzazioni delle multinazionali, diciamo al Governo che non c’è più tempo: quante altre Saga Coffee, Whirlpool, Gkn ed ex Fiat dovranno esserci ancora? Da questa legge dipende la dignità delle persone che lavorano”.

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Il segretario della Cgil Emilia-Romagna Luigi Giove, aprendo la manifestazione di questa mattina, dove si entra solo col Green Pass e il distanziamento tutto sommato sembra funzionare, conferma intanto tutta la critica al Governo, per la manovra dopo due anni di pandemia, ma anche alle autorità di Bologna che hanno negato alla manifestazione piazza Maggiore, per via della restrizione prefettizia in centro sui raduni ‘no Pass’.

“Ci dicono- attacca Giove dal palco- che una manovra espansiva per 33 miliardi di euro non può essere sbagliata. Invece, manca l’occasione e non interviene su nessuna delle criticità del paese, amplificate dalla pandemia. Il Governo ha deciso che al sindacato confederale comunica decisioni già assunte, non c’è confronto. L’ultima conferma è giunta lunedì sera, all’incontro con il ministro dell’Economia Franco senza alcun confronto. Se questo è il metodo- annuncia il segretario della Cgil Emilia-Romagna- la mobilitazione continua e si intensifica, senza escludere alcun strumento di lotta” fino allo sciopero generale.

Si scalda poi Giove sull’evasione: “È vero che nella manovra ci sono 8 miliardi di riduzione fiscale, di cui 7 sull’Irpef e uno sull’Irap, ma sono misure inadeguate. Quasi 25 miliardi sono stati dati indirettamente o direttamente alle imprese, dal 2015 il conto sale a 185 miliardi. Derivano dall’Irpef, pagata per l’85% da lavoratori e pensionati. Le tasse le paghiamo noi, ma non ci sono interventi contro la montagna di evasione, da oltre 100 miliardi all’anno, che è un furto alla collettività, in termini di minori servizi e salari”.

Il segretario Cgil torna inoltre su piazza Maggiore “negata”, confermando la critica a Prefettura e Comune: “Negandoci piazza Maggiore- rilancia Giove da piazza dell’Unità- ci hanno fatto manifestare nel posto giusto, noi rappresentiamo le persone che vivono qui, quel 50% che non vota più e non i partiti, la politica e il Governo che si preoccupano di rappresentare la Ztl”.

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