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Strage San Marco in Lamis, ergastolo al basista. Emiliano: “Condanna restituisce giustizia”

I fatti risalgono al 2017 quando Luigi e Aurelio Luciani, due fratelli agricoltori, furono uccisi perché testimoni involontari di un'esecuzione mafiosa

Pubblicato:01-12-2020 10:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:40
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BARI – “Il 9 agosto 2017 a San Marco in Lamis venivano uccisi Luigi e Aurelio Luciani, due fratelli agricoltori, due padri di famiglia, due onesti lavoratori, uccisi perché testimoni involontari di un’esecuzione mafiosa. Ieri sera la Corte d’Assise di Foggia ha condannato alla pena dell’ergastolo uno degli autori della strage, accogliendo così le richieste della Procura distrettuale antimafia e della Regione Puglia costituita parte civile”. Lo scrive sui social il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano commentando la sentenza emessa ieri con cui è stato condannato all’ergastolo Giovanni Caterino, accusato di essere stato il basista della banda che determinò la morte anche del boss Mario Luciano Romito e di suo cognato Matteo del Palma e due agricoltori Aurelio e Luigi Luciani. Con la Regione Puglia anche il Comune di San Marco in Lamis e l’associazione Libera, si sono costituiti parte civile nell’ambito del processo assieme ai familiari delle vittime.

“Ci siamo schierati dal primo momento al fianco delle famiglie colpite e – continua Emiliano – della comunità per reagire, attraverso la giustizia, a tutta quella inaudita violenza. La condanna restituisce al popolo pugliese un senso di giustizia e verità dopo l’irrimediabile dolore di quelle morti”. “Il mio abbraccio alla famiglia di Luigi e Aurelio, alle loro mogli, ai loro cari, alla comunità di San Marco in Lamis. Tutta la Puglia è con voi”, conclude.


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