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Vigili di Roma, si dimette il comandante Stefano Napoli. Dura lettera alla sindaca Raggi: “Nessuna difesa, Corpo nello sconforto”

"Ho dovuto constatare- scrive Napoli-, la mortificante assenza del benché minimo cenno, da parte sua, di vicinanza alla mia persona ed al mio ruolo"

Pubblicato:01-12-2020 13:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:40
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di Mirko Gabriele Narducci e Marco Agostini

ROMA – Con una lettera dai toni amari inviata ieri alla sindaca Virginia Raggi, il comandante della Polizia locale di Roma Capitale, Stefano Napoli si è dimesso dall’incarico dopo le polemiche scaturite in seguito all’inchiesta di Report e all’apertura dell’indagine della Procura sull’audio dei due vigili accusati di fare sesso nell’auto di servizio durante il turno di lavoro. “L’amministrazione conosce quei fatti, non c’è stato il minimo cenno di vicinanza da parte sua alla mia persona e al mio ruolo”, le parole di Napoli alla sindaca.

LA LETTERA

“La settimana appena trascorsa, contraddistinta dal vile attacco alla mia dignità, personale ed istituzionale, ha segnato il momento più buio del mio trentennale percorso lavorativo nel Corpo cui mi onoro di appartenere. L’inusitata invettiva mediatica esplosa a partire da lunedì 23 novembre, infatti, ha investito e gravemente screditato sia il sottoscritto, personalmente e come comandante generale ad interim, che l’intero Corpo di Polizia locale di Roma Capitale. Quali e quante mistificazioni siano state consumate le è perfettamente noto, così come immediatamente verificabile da chiunque avesse avuto – od abbia – reale interesse ad approfondire, per amore di verità, il merito delle tante vicende alle quali i media hanno confusamente fatto riferimento”. Inizia così la dura lettera inviata alla sindaca Virginia Raggi con cui Stefano Napoli si è dimesso dall’incarico di comandante generale della Polizia locale di Roma Capitale.


“Sono, in buona sostanza, tutti fatti che l’amministrazione capitolina conosce nel dettaglio, per esserne stata protagonista diretta ovvero per esserne stata doverosamente messa a parte dai propri dipendenti: come dimenticare, ad esempio, che la tanto vituperata rotazione operata nell’ambito del I Gruppo, tra il 2011 ed il 2012, fu il frutto, anche, dell’attività investigativa da me condotta? Come si può ragionevolmente ignorare- prosegue Napoli- la vera e legittima natura della tanto scabrosa verifica richiestami dall’allora comandante del Corpo, Angelo Giuliani su sollecitazione dell’onorevole Marsilio, tanto più che proprio quest’ultimo non ha mancato, prima della puntata di Report del 23 novembre, di chiarire le vere ed inequivoche ragioni di quella interlocuzione? Gli interrogativi potrebbero susseguirsi ancora a lungo, ma non voglio abusare del suo prezioso tempo, essendo convinto che, prima o poi, i tanti protagonisti, palesi e occulti, di questa vicenda dovranno rendere conto, a chi di dovere, del perché il Corpo della Polizia locale ed il sottoscritto siano stati così pesantemente e, confido, non impunemente screditati”.

Fatto sta che, prosegue la lettera del comandante dimissionario alla sindaca, “in un simile contesto, ho dovuto constatare, con sorpresa e rammarico, la mortificante assenza del benché minimo cenno, da parte sua, di vicinanza alla mia persona ed al mio ruolo. Ciò e stato tanto più avvilente ove si consideri che, come già scritto, l’amministrazione era ed è perfettamente a conoscenza del merito delle vicende oggetto di disinformazione e, dunque, le è perfettamente noto come i fatti siano stati mistificati, in danno di Roma Capitale e della mia persona. Peraltro, la dichiarazione rilasciata il 27 novembre da membri della sua Giunta agli organi di stampa rivela come la denunciata assenza di vicinanza e supporto non siano, purtroppo, frutto di superficialità o dimenticanza, bensì il naturale portato di una implicita presa di distanza che mi pone, oggettivamente, in una condizione di isolamento. Per la verità, anche le poche parole da lei spese in difesa del Corpo sono intervenute solo dopo la clamorosa diffusione, tramite social network, di una linea d’indirizzo dell’amministrazione capitolina asseritamente volta ad attuare una rotazione, prima funzionale e poi territoriale, di oltre 100 unità di personale nella U.O. I Gruppo Centro. Peccato che tale presunta decisione, mai sino ad oggi smentita, sia stata diffusa solo pochi istanti dopo la conclusione del nostro personale incontro del 24 novembre, durante il quale erano state concordate modalità del tutto difformi sulle iniziative da intraprendere nell’ambito del predetto Gruppo”. A fronte di ciò, prosegue Napoli, “lo scorso 25 novembre, ho ritenuto necessario formulare subito una richiesta scritta volta a conoscere quale effettivamente fosse, tra le due differenti linee di condotta, quella che l’amministrazione capitolina avrebbe voluto attuare, tanto più in ragione delle delicatissime interferenze tra la rotazione elaborata a mia insaputa da un lato e, dall’altro, il già varato Piano Triennale Anticorruzione nonché i diritti individuali del personale eventualmente coinvolto nella rotazione medesima. Non v’è bisogno di segnalarle che la mia richiesta è rimasta priva di riscontro diretto e tale da indirizzare la mia attività, essendo pervenuta solamente una generica convocazione, nell’ambito della Conferenza dei Direttori, in merito al PTPCT 2020/2022”.

E ancora, scrive l’ex comandante a Raggi, “il suo silenzio, forse il segnale più evidente dell’isolamento cui ho sopra accennato, crea scoramento e sconforto nell’intero Corpo esponendo i miei colleghi, oltreché il ottoscritto, al rischio di ulteriori attacchi mediatici e, con ciò, al protrarsi e all’aggravarsi delle mistificazioni di cui siamo vittime. A riprova della piega permanente e continuativa che va assumendo l’odiosa campagna mediatica alla quale siamo sottoposti, le segnalo che nella mattinata del 26 novembre una troupe di Report, come già accaduto in precedenza, ha reiteratamente sollecitato, dopo essersi appostata dinnanzi alla mia privata abitazione già dalle primissime ore del mattino, mie pubbliche dichiarazioni su fatti datati ed ampiamente gia analizzati dalla magistratura”.

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“Soprattutto ora- conclude Napoli- a causa del discredito su di esso gettato da false o comunque fuorvianti informazioni, il Corpo necessita, per venirne adeguatamente tutelato, di una guida convintamente supportata sul piano istituzionale e di indirizzo dagli organi politici e ciò mi impone, mio malgrado e con profondo dispiacere, di chiederle di sollevarmi, con decorrenza immediata, dall’incarico di comandante generale ad interim, ferma restando, comunque, la volonta di continuare a servire la cittadinanza ed il Corpo nella più defilata posizione di vicecomandante, della quale sono titolare. Rimango, infatti, fermamente convinto della bontà, correttezza e legittimità del mio operato e solo per autentico spirito di servizio ritengo necessario, per quanto doloroso, fare un passo indietro”.

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