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Falsi vini ottenuti con zucchero e acqua, sequestri e perquisizioni a Palermo

Coinvolte 4 imprese di Partinico. Dal 2018 al 2020 sono stati venduti oltre 900mila ettolitri di vino contraffatto

Pubblicato:01-12-2020 12:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:40
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PALERMO – Vini commercializzati con false denominazioni di origine e indicazioni geografiche siciliane, in realtà ottenuti mediante l’utilizzo di zucchero miscelato con l’acqua. Questo il meccanismo che secondo la guardia di finanza è alla base di una frode in commercio che sarebbe stata messa in atto da alcune cantine di Partinico, in provincia di Palermo, riconducibili a un’unica persona: L.C.O. di 56 anni.

L’inchiesta, denominata ‘Made in Italy’, è portata avanti dalla procura di Palermo con i finanzieri del Comando provinciale e la collaborazione dei funzionari dell’Ispettorato repressione e frodi del ministero delle Politiche agricole e forestali. Eseguiti decreti di sequestro emessi dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Vincenzo Amico nei confronti di un laboratorio clandestino e di uno stabilimento enologico a Partinico.

Il sequestro ha riguardato anche 250 quintali di zucchero solido, 300 ettolitri di zucchero già disciolto in acqua e oltre 37mila ettolitri di vini e mosti con indicazioni geografiche e denominazioni di origine contraffatti e sofisticati con zucchero e acqua. In corso anche diverse perquisizioni e sequestri su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di bloccare le partite di vino adulterato distribuite dai cinque indagati nell’inchiesta che rispondono dei reati di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, di frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine.


QUATTRO LE IMPRESE DI PARTINICO COINVOLTE

Le imprese di Partinico coinvolte nell’inchiesta sono la ‘San Domenico Vini Srl’, la societa’ cooperativa ‘Cantina sociale terre del Sud’, la cantina ‘Primeluci Srls’ e la ‘Lariana Wine Trading Srl’: avrebbero messo in atto “complessi artifizi contabili grazie all’ausilio di altre società consorelle costituite ad hoc e di ‘cartiere‘ – spiegano dalla guardia di finanza – annotando fittizie introduzioni di mosti, uve e vini, con il mero fine di creare un presupposto di apparente legalità ai prodotti vitivinicoli commercializzati con false denominazioni di origine e indicazioni geografiche siciliane”, ma che in realtà sarebbero stati ottenuti “mediante l’utilizzo fraudolento di zucchero miscelato con l’acqua”.

TRA IL 2018 E IL 2020 VENDUTI OLTRE 90MILA ETTOLITRI DI VINO CONTRAFFATTO

Le partite di zucchero di barbabietola e zucchero di canna, acquistate in nero da aziende campane, giungevano presso un vero e proprio laboratorio clandestino gestito da un partinicese di 66 anni, G.G., dove veniva effettuata la miscelazione con acqua con l’obiettivo di preparare falsi vini e mosti. Dopo la miscelazione il prodotto veniva destinato a uno stabilimento enologico di Partinico, dove hanno sede le imprese coinvolte nell’inchiesta, che poi vendeva i vini e i mosti contraffatti e sofisticati ai vari clienti. Grazie alle videoriprese presso il laboratorio clandestino effettuate dalle fiamme gialle di Partinico e alla parallela analisi dei documenti “è stato accertato che tra il 2018 e il 2020 sono stati venduti dalle quattro imprese vitivinicole coinvolte oltre 90mila ettolitri di prodotto a cantine vitivinicole e acetifici dislocati su tutto il territorio nazionale, risultati estranei alla frode agro-alimentare.

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