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VIDEO | Affidi, riparte il master Lumsa per esperto nelle relazioni familiari

Con Ido e Rete sociale. Le anime: "Giuridica, psico-sociale e pedagogica"

Pubblicato:01-12-2019 13:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:41

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ROMA – Bambini arrabbiati o sempre connessi. Genitori assenti, solitudine degli assistenti sociali, metodologie psicologiche spesso non applicabili alla realtà dei fatti. L’universo dei minori, il mondo delle famiglie e delle loro relazioni è da sempre un tema complesso, per cui è necessario un approccio multidisciplinare. Questi e molti altri i temi che sono stati affrontati al convegno ‘La formazione multidisciplinare e il lavoro di equipe come modelli privilegiati per i professionisti della cura e la tutela delle relazioni familiari’, che inaugura la seconda edizione del Master di I livello in formazione dell’esperto nelle relazioni familiari. La tutela dei nuclei familiari fragili, offerto dall’università Lumsa in collaborazione con Rete Sociale e l’Istituto di Ortofonologia (IdO).

Barni: “Obiettivo del Master è far dialogare tra loro tutte le anime che compongono l’universo delle relazioni familiari fragili”

Il Master proposto da Lumsa, IdO e Rete sociale si pone l’obiettivo ambizioso di “far dialogare tra loro tutte le anime che compongono l’universo delle relazioni familiari fragili– spiega Daniela Barni, docente di Psicologia sociale all’università Lumsa e codirettrice del Master, che precisa: Nella formazione proposta abbiamo competenze di carattere giuridico, psicologico e anche psicopedagogico. Tre anime fortissime all’interno di questo Master, perché è estremamente complesso l’ambito in cui l’esperto nelle relazioni familiari si troverà a lavorare”.


Marzetti: “Dobbiamo parlare di Bibbiano ma senza politicizzare”

“Parlateci di Bibbiano, non parlateci di Bibbiano”, si riassume così il momento storico attuale a detta di Jacopo Marzetti, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Lazio, che aggiunge: “Tutte e due le posizioni sono egualmente sbagliate. Dobbiamo parlare di Bibbiano ma senza politicizzare, perché i bambini sono di tutti. Né della destra né della sinistra”. La criminalizzazione “dell’intero sistema”, dai servizi sociali alle Ctu, “non è corretta– spiega Marzetti- Gli assistenti sociali devono essere messi nelle condizioni di agire bene. Non è pensabile che un singolo assistente si possa caricare di centinaia di bambini, delle famiglie- continua- e anche dei continui aggiornamenti necessari”. Tra i problemi centrali, poi, prosegue il Garante, c’è “la conflittualità genitoriale che continua a provocare danni ai minori. Nessuno ne parla- spiega Marzetti- perché si rischia di entrare in una voragine nera”. 

Raimondo: “La formazione multidisciplinare deve essere una formazione comune”

La vicenda Bibbiano “ci ha attaccato fortemente- conferma Valentina Raimondo, membro del Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali (Cnoas)- ci preoccupa perché oltre alla squalifica della figura professionale, è un attacco al sistema di protezione sociale. Nei vari tavoli aperti il Cnoas chiede di dare più risorse al welfare e punta a creare una filiera d’interventi e posizioni lavorative che siano durevoli nel tempo”. Per questo va ribadito, a detta dell’assistente sociale, che “la formazione multidisciplinare deve essere una formazione comune”.

Per Raimondo è arrivato il momento di una “reciproca riconoscenza professionale dei ruoli dei diversi attori coinvolti. Bibbiano ci mette in un’ottica solamente riparativa- puntualizza- in realtà il servizio sociale lavora per la prevenzione, per l’accompagnamento. Mancano le risorse, la continuità e una politica seria sulla famiglia e la tutela minorile. Questo lo rivendichiamo. Tutti i giorni, nei nostri piccoli uffici del servizio sociale, spesso scapestrati e poco sicuri, abbiamo l’82% dei colleghi che è stato aggredito verbalmente e fisicamente per questioni di tutela e non solo- denuncia Raimondo- La chiave vincente, dunque, è costruire una struttura organizzativa fondata su un metodo professionale multidisciplinare integrato, che prenda in carico la persona fin dalla valutazione”.

Pichierri: “La formazione deve essere multidisciplinare”

Tantissime le criticità da affrontare anche in ambito giuridico. Entra nel merito Catia Pichierri, responsabile dell’Ufficio legislativo dell’associazione Rete Sociale: “La genericità delle norme porge il fianco a provvedimenti che solitamente sono discrezionali, o addirittura arbitrari, incidendo però sui diritti costituzionalmente garantiti: il diritto alla relazione genitoriale e quello del minore a vivere, crescere ed essere educato nella propria famiglia”. 

Nell’ambito della procedura, l’avvocata cassazionista evidenzia “il mancato rispetto al diritto del contraddittorio: viene violato l’articolo 111 della Costituzione, cosa che va a braccetto con una delega in bianco da parte del Tribunale dei minorenni al servizio sociale. A noi avvocati viene contestato il fatto che la relazione dei servizi sociali sia un atto pubblico, e come tale sia superiore a qualsiasi altro mezzo di prova che il cittadino può fornire”.

Infine Pichierri denuncia “la mancanza totale di progetti di ricongiungimento familiare quando il minore viene allontanato, oltre che un’enormità di figure in magistratura che si occupano della famiglia ma in maniera completamente frammentata. Dunque, la formazione- conclude- deve essere multidisciplinare, deve permettere a tutti i soggetti e a tutti gli operatori che si occupano di famiglia di parlare con lo stesso linguaggio”. L’appuntamento per la partenza del Master è per venerdì 13 dicembre, con una seconda lezione sabato 14, per poi continuare a gennaio, e da lì ogni 15 giorni.





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