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Codice degli appalti. Esposito, Volpe e Morbidelli: “Siamo in mezzo al guado”

ESPOSITO: ANCORA TROPPE NORME INATTUABILI "In parte la riforma sta funzionando

Pubblicato:01-12-2017 19:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:57

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ESPOSITO: ANCORA TROPPE NORME INATTUABILI

“In parte la riforma sta funzionando e in parte non è ancora decollata perché manca tutta una serie di provvedimenti attuativi che sono rimessi in parte all’Anac, in parte al ministero delle Infrastrutture, in parte al governo e in parte ai ministeri competenti. Tutta una serie di atti da cui dipende l’efficacia complessiva di questo nuovo codice. Pertanto vi è una limitata efficacia e attuazione di questo insieme di norme con conseguenze molto rilevanti”. Lo dice Gianluca Maria Esposito, ordinario di Diritto amministrativo e direttore della scuola Anticorruzione dell’università di Salerno, promotore del convegno ‘Il codice dei contratti pubblici. Un primo bilancio alla luce del correttivo’, che si è svolto nella sede del Tar del Lazio.

Quali sono questa conseguenze negative? “La prima- spiega Esposito- riguarda l’impatto economico che non è un impatto positivo dal momento che complessivamente la spesa in materia di contratti pubblici raggiunge quasi 2.000 miliardi di euro in Italia e questa spesa è fortemente limitata, rallentata e condizionata dalla scarsa efficacia complessiva di questo codice”. Di chi è la colpa? “Diciamo che la maggiore responsabilità è da imputare alle norme stesse”, risponde.


Per Esposito “l’Anac sicuramente ha un ruolo propulsore fondamentale” e “certamente l’Anac ha fatto una parte del lavoro e deve ancora farne un’altra parte. Il punto è che tra le norme non ancora attuate ve ne sono alcune fondamentali: per esempio quelle che riguardano la riqualificazione delle stazioni appaltanti che non è ancora attuabile perché mancano le linee guida attuative; per esempio la norma sul rating di impresa, cioè una norma che attraverso un criterio di premialità avrebbe avvantaggiato le imprese sane che, attraverso il rating d’impresa, avrebbero avuto diritto a un trattamento ‘privilegiato’ e di favore in sede di gara d’appalto ma che tuttavia non possono reclamare questo diritto perché manca la linea guida attuativa della relativa norma del codice”.


“Questi- conclude Esposito- sono degli esempi, ve ne sono molti altri e tante norme che ancora non sono attuabili per la carenza di attuazione di secondo grado”.

 

VOLPE (PRES.TAR LAZIO): MANCA CHIAREZZA

“L’idea” alla base del nuovo codice degli appalti era quella “di semplificare” il quadro normativo in materia, ma “le regole invece che essere semplificate si sono moltiplicate”. Carmine Volpe, presidente del Tar del Lazio, traccia un bilancio dei primi 500 giorni del nuovo codice.

Tra i protagonisti del convegno ‘Il codice dei contratti pubblici. Un primo bilancio alla luce del correttivo’, Volpe osserva: “Il codice sui contratti pubblici ha stabilito complessivamente meno norme rispetto al codice precedente, ma ha rinviato per l’attuazione a tutta una serie di ulteriori atti, decreti, linee guida dell’Anac e provvedimenti di altre amministrazioni che piano piano ora stanno uscendo e che andrebbero a chiudere il quadro dell’applicazione normativa”.


Nel corso del convegno qualcuno ha criticato l’eccessivo carattere da “gendarme” che ha forse assunto l’Anac. “Secondo me l’Anac- osserva Volpe- dovrebbe modularsi più come autorità di controllo, verifica e impulso di questo settore che come anticorruzione. Tuttavia ha anche questi ulteriori compiti nel nostro ordinamento e cerca di esercitarli. Chiaramente qui siamo in una situazione patologica per cui si spera che in tempi brevi questa situazione patologica possa finire e si vada incontro alla normalità”.

 

MORBIDELLI: RIFORMA ANCORA IN MEZZO AL GUADO

La riforma della normativa in materia di appalti “è ancora in mezzo a un guado per due ragioni: in primo luogo perché come sempre quando arriva una normativa che ha tante novità si determinano incertezze negli operatori e quindi si attende una interpretazione, un chiarimento, sia da parte dei giudici che delle varie autorità coinvolte. Secondo, perché la legge in gran parte demanda la sua attuazione alle linee guida e di queste solo una parte è stata approvata”. Lo dice Giuseppe Morbidelli, ordinario di Diritto amministrativo presso l’Universita’ degli studi La Sapienza, tirando le conclusioni del convegno ‘Il codice dei contratti pubblici. Un primo bilancio alla luce del correttivo’ che si è svolto nella sede del Tar del Lazio.

Per Morbidelli “la legge si presta già ad avere un’interpretazione su certi aspetti che può essere seguita senza attendere le linee guida come in particolare è avvenuto per la tematica dell’avvalimento, delle tematiche processuali e le tematiche attinenti a certi profili dell’autotutela”.


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