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Elio Germano tra cinema e impegno sociale, intervista all’attore romano

"Molestie? Non è un argomento che riguarda solo il cinema"

Pubblicato:01-12-2017 16:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:57

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ROMA – Eclettico, camaleontico, amatissimo dal pubblico, pluripremiato e sempre in prima fila quando c’è bisogno di impegnarsi. Elio Germano, attore, romano, classe 1980, ha il profilo perfetto dell’interprete moderno ma anche dell’intellettuale in grado di esprimere un parere sulle cose che lo circondano. L’agenzia Dire lo ha raggiunto ed intervistato proprio per questo: per capire i suoi progetti presenti e futuri e per parlare della cronaca, dallo scandalo Brizzi allo stato ella sua amata città, Roma.

Oggi si apre il Corto Dorico Film Festival di Ancona al cui interno sarà organizzata un’iniziativa che ti vede protagonista: “Storie dell’Appennino”. Di cosa si tratta? Ci racconti come nasce questa idea?

“Il progetto nasce da un’idea di Roberto Nisi, co-direttore di Corto Dorico assieme a Daniele Ciprì, e dell’Università di Camerino. Si è deciso di formare un gruppo di ragazzi locali, proprio in un territorio scosso dal terremoto con tutto ciò che ne consegue, nel settore del documentario a 360 gradi, una tecnologia ancora in fase di sviluppo. I ragazzi hanno avuto dei tutor di cui io ho fatto parte. E’ stato interessante osservarli, capirne le potenzialità e aiutarli a non compiere quegli errori in cui magari siamo caduti noi da giovani. I ragazzi si sono sentiti liberi di sperimentare nuovi linguaggi e di talento ce n’è tanto”.

Finito questo impegno a cosa ti dedicherai? Ci sono riprese o nuovi film all’orizzonte?

“Al momento sto aspettando l’uscita dei due ultimi film che ho girato, uno di Daniele Luchetti (‘Io sono tempesta’, attualmente in fase di post produzione, ndr) e l’altro di Gianni Zanasi (titolo provvisrtoio ‘Troppa grazia’, ndr). Ma ancora non sappiamo quando usciranno, gli attori sono sempre gli ultimi ad essere informati dai registi su queste cose”.


Ti piacerebbe fare il regista prima o poi?

“Al di là delle regie teatrali che ho già fatto no, direi non è una carriera che mi interessa. Ho già un mio lavoro e fare il regista vuol dire fare anche altre cose, tra cui l’imprenditore”.

A proposito di registi, ti porto inevitabilmente sulla cronaca: cosa ne pensi dello scandalo relativo alle molestie nel mondo del cinema e in particolare del caso Brizzi?

“Questo non è un argomento che riguarda solo il cinema. E’ un problema culturale che abbiamo rispetto alle persone potenti e alle possibilità che gli diamo di fare qualsiasi cosa pur di entrare nelle loro grazie. In più si innesca anche la questione della condizione della donna. Quello che mi auguro è che non servano più gli scoop per difendere le persone, che le trasmissioni tv non diventino più tribunali e che i veri tribunali facciano il loro lavoro. Che lo Stato non difenda solo chi ha un mestiere più in vista ma anche le persone che fanno altri lavori, magari più sommersi o in nero, e che queste violenze le subiscono molto più frequentemente. Insomma non si demandi più al tribunale della tv e si facciano altre leggi ad hoc come è stato fatto per lo stalking“.

Rimanendo sempre sull’attualità. Tu sei nato a Roma e qui vivi. Come vedi la città? Ti piace il sindaco Raggi?

“Ora sono a Tolentino, non la vedo Roma… La città ha indubbiamente le sue complessità ma quello che mi auguro è che non si pensi solo a vendere la città bensì a fare l’interesse dei cittadini. Che non si colpiscano realtà che dal basso cercano di aumentare la qualità della vita dei cittadini. Non bisogna facilitare chi fa business e tagliare le gambe a chi fa sociale. In un’epoca di conflitti sociali e di violenze bisogna che le Istituzioni proteggano i cittadini più deboli. Anche se purtroppo i deboli non vanno più di moda”.

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