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Ganau: “L’Aids è ancora una minaccia, serve la prevenzione”

Intervento del presidente del Consiglio Regionale sardo in occasione della giornata mondiale contro l'Hiv

Pubblicato:01-12-2016 11:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:22

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aids_hiv_africaCAGLIARI – “È necessario continuare o forse addirittura riprendere a fare prevenzione, perché ci siamo dimenticati del’esistenza di un’infezione che si trasmette per via sessuale e che andrebbe invece riconosciuta precocemente. Credo sia anche questo il compito delle Istituzioni che rappresentiamo, informare e ricordare che di Aids purtroppo si muore ancora troppo, a distanza di 33 anni dall’individuazione del virus”. Così il presidente del Consiglio regionale sardo Gianfranco Ganau, che questa mattina, in apertura dei lavori dell’assemblea, è intervenuto in occasione della Giornata mondiale di lotta contro l’Aids, indossando il nastro rosso simbolo internazionale della lotta contro la malattia.

Oggi è la giornata mondiale di lotta contro l’Aids, credo sia doveroso ricordarlo anche per l’alto valore simbolico che questa giornata continua ad avere- le parole di Ganau- nonostante negli ultimi trent’anni i risultati positivi hanno trasformato quella che era una condanna a morte in una malattia cronica gestibile, almeno per chi segue il trattamento e ha la fortuna di accedere alle cure”.

Eppure, “oggi più di ieri è necessario non abbassare la guardia– spiega il presidente del Consiglio- è di soli pochi giorni fa la stima del Centro europeo di controllo delle malattie e dell’Oms Europa, secondo la quale nel nostro Continente ci sono almeno 122.000 persone sieropositive che non sanno di esserlo, circa uno su sette del totale degli infetti”.


L’Hiv continua ad essere una minaccia, “considerato che una persona su sette non sa di essere infetta- conclude Ganau- queste persone non hanno accesso alle terapie salvavita e possono continuare a trasmettere il virus agli altri. Da un’indagine condotta dalla Lila, la Lega italiana lotta contro l’Aids, il 20% degli studenti delle scuole cagliaritane, soprattutto tra i 16 e i 18 anni, dichiara di non avere rapporti protetti”.

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