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Tg Ambiente, edizione dell’1 novembre 2022

Si parla di stoccaggio 'fotosintesi', discariche abusive e eco-sepolture

Pubblicato:01-11-2022 13:06
Ultimo aggiornamento:01-11-2022 13:08

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LA SEPOLTURA PIU’ ‘ECO’? BARA NATURALE NEL TERRENO

La maggior parte delle pratiche di sepoltura tradizionali nei paesi industrializzati ha effetti dannosi di lunga durata sull’ambiente. Legno e metallo di bare e sarcofagi rilasciano sostanze chimiche dannose nel terreno a causa di vernici, conservanti e leghe, mentre le sostanze chimiche utilizzate per l’imbalsamazione possono contaminare suolo e corsi d’acqua. La cremazione, invece, causa pesanti emissioni di anidride carbonica e rilascio di composti volatili tossici. Lo scrivono Paola Magni e Edda Guareschi della Murdoch University di Perth, in Australia, su The Conversation, sito di informazione cui collaborano accademici e ricercatori da tutto il mondo. Ci sono diverse alternative alle sepolture tradizionali, come la “cremazione dell’acqua” in cui il corpo viene rapidamente dissolto, il compostaggio umano o la trasformazione del cadavere in alberi. Diverse di queste tecniche però sono non autorizzate o non disponibili, costose o culturalmente non accettate dalle persone, di conseguenza la stragrande maggioranza sceglie le sepolture della bara. Insomma, la questione della sepoltura sostenibile si riduce alla scelta tra le tipologie disponibili. Si va dalle tradizionali bare in legno a quelle in cartone, o le naturali in salice, foglia di banana o bambù che si decompongono più velocemente. La scelta più ecosostenibile resta comunque quella che consente al corpo di decomporsi e ridursi a uno scheletro rapidamente, possibilmente in pochi anni. Da una ricerca svolta dalle due scienziate in due cimiteri di Parma è risultato che i corpi smaltiti in tombe sigillate, con la bara all’interno di uno spazio di pietra, possono richiedere più di 40 anni per essere scheletrati, mentre cimiteri con un’alta percentuale di sabbia e ghiaia nel terreno favoriscono la decomposizione e la scheletrizzazione dei corpi in meno di dieci anni, anche se si trovano in una bara.

STOCCAGGIO ‘FOTOSINTESI’, STUDIO CNR E FHI MAX PLANCK


Una tecnologia simile alla fotosintesi delle piante e a base di ematite per immagazzinare in combustibili l’energia da fonti rinnovabili permettendone lo stoccaggio e il successivo utilizzo. E’ al centro di un lavoro di ricerca pubblicato su ‘Nature Catalysis’, svolto da ricercatori dell’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche di Trieste in collaborazione con i ricercatori del Fritz Haber Institute della Max Planck Society di Berlino. Basandosi sull’elettrolisi fotocatalitica, un processo elettrochimico nel quale si usa la luce del sole per scindere l’acqua nei suoi costituenti ossigeno e idrogeno, l’energia della radiazione solare viene usata per promuovere la reazione chimica. Una volta compiuta quell’energia è immagazzinata nei nuovi legami chimici che si sono creati. Quando, in un secondo momento si voglia estrarre energia, basta svolgere la reazione chimica al contrario: i legami vengono spezzati e rilasciano l’energia che torna a essere libera e utilizzabile, per esempio in una cella a combustibile, dove reagiscono idrogeno e ossigeno riformando acqua e producendo una corrente elettrica. La ricerca ha puntato su un materiale fotocatalizzatore, cioè capace di assorbire la luce e di promuovere e accelerare l’ossidazione dell’acqua, molto promettente: l’ematite. Si tratta di un ossido di ferro economico e stabile e quindi potenzialmente utilizzabile nei dispositivi di assorbimento e stoccaggio della radiazione solare. “Il processo è simile a quello della fotosintesi nelle piante”, spiega Simone Piccinin, ricercatore del Cnr, “le piante prendono dall’ambiente CO2 e acqua, e usano la luce del sole per produrre sostanze organiche, immagazzinando energia sotto forma di legami chimici presenti nei carboidrati che costituiscono la pianta. Se noi poi la bruciamo, quello che viene liberato da questo processo è esattamente CO2 e acqua, i reagenti iniziali, e calore”.

SU 81 DISCARICHE ABUSIVE 2/3 FUORI INFRAZIONE UE


Ad oggi, su 81 discariche abusive italiane oggetto della procedura di infrazione europea, oltre i due terzi (58) sono state portate fuori dalla procedura di infrazione, permettendo all’Italia di risparmiare circa 23 milioni di euro ogni anno. La sanzione europea, iniziata nel 2014 con 42 milioni di euro, oggi si è ridotta a 5 milioni di euro. Questi i dati della decima relazione semestrale del Commissario Unico alle bonifiche, il generale dei carabinieri Giuseppe Vadalà. Nel complesso, i siti bonificati o messi in sicurezza sono stati 65. Per 7 si attende ancora il giudizio tecnico della Commissione europea per la fine della sanzione. Le regioni dove si trovano i 58 siti usciti dalla procedura di infrazione sono Abruzzo (12 siti), Campania (11), Calabria (18), Sicilia (8), Lazio (7), Veneto (3), Puglia (6) e Toscana (1). Ad oggi, dopo quattro anni dall’inizio della sanzione europea, l’Italia ha bonificato o messo in sicurezza 184 siti, ne restano ancora 16 da regolarizzare, calcolando come espunti dalla procedura anche i 7 al vaglio tecnico della Ue, con la conseguente riduzione della sanzione semestrale da 42.800.000 del dicembre 2014 agli attuali (giugno 2022) 3.600.00 per ogni semestre.


IN SERVIZIO PARCO EOLICO ENEL DA 29 MW IN MOLISE


Enel Green Power ha messo in servizio il parco eolico di Castelmauro, in Molise. L’impianto si trova tra i comuni di Castelmauro e Roccavivara, nella provincia di Campobasso, ed è costituito da sette aerogeneratori da 4,2 MegaWatt ciascuno, per una potenza totale pari a 29,4 MW. Il nuovo parco eolico produrrà circa 70 GWh ogni anno da fonte rinnovabile, evitando l’emissione in atmosfera di circa 30mila tonnellate di CO2 all’anno e l’utilizzo di 15 milioni di metri cubi di gas, contribuendo con energia rinnovabile prodotta localmente alla riduzione della dipendenza energetica dell’Italia da fonti estere. Nella realizzazione del nuovo impianto sono state coinvolte imprese del territorio, in particolare per opere civili, servizi e manutenzione.

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