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Il maxiprocesso alla mafia dei Nebrodi, stangata con 91 condanne per 600 anni di carcere

Pugno duro del tribunale di Patti contro i clan della provincia di Messina

Pubblicato:01-11-2022 10:38
Ultimo aggiornamento:01-11-2022 10:38

giustizia
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PALERMO – Si è concluso con 91 condanne per complessivi seicento anni di carcere e dieci assoluzioni il processo contro la mafia dei Nebrodi, celebrato davanti al tribunale di Patti (Messina). La sentenza è stata emessa nella tarda serata di lunedì, dopo una camera di consiglio durata una settimana.

LA MAFIA DEI PASCOLI

L’accusa aveva chiesto 970 anni di carcere. Il processo, che vedeva alla sbarra i capi della mafia dei Nabrodi con i clan Batanesi e Bontempo-Scavo, nacque dal blitz ‘Nebrodi’ del 2020 che portò alla luce, oltre all’organigramma di Cosa nostra in provincia di Messina, e in particolare a Tortorici, anche a un sistema messo a punto da Cosa nostra per accaparrarsi i finanziamenti europei destinati all’agricoltura. Era la cosiddetta “mafia dei pascoli”, denunciata anche dall’allora presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, presente ieri in aula a Patti.

LA CGIL: “TERRITORIO OPPRESSO E MORTIFICATO PER ANNI”

“Viene smantellato un sistema che ha oppresso per anni un territorio, mortificandolo con la violenza e il malaffare e accaparrandosi risorse che dovevano servire allo sviluppo – è il commento della Cgil siciliana attraverso il suo segretario Alfio Mannino -. Si chiude una pagina triste, si scrive una nuova pagina di storia che speriamo determini la libertà di un territorio”. Mannino sottolinea “la lunga strada che ha portato a questo risultato e il ruolo determinante del protocollo Antoci, che ha contribuito a scoperchiare il sistema complesso adottato dalla cosiddetta mafia dei pascoli per accaparrarsi le risorse europee. Ci auguriamo che questo sia un punto di partenza – conclude Mannino – per una evoluzione della nostra economia che veda totalmente esclusa la mafia e gli interessi mafiosi”.


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