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Nei villaggi dell’Uganda le donne scelgono la prevenzione

Sono state 435 in soli due giorni a prendere parte alla campagna di screening di Afron Oncologia per l'Africa onlus

Pubblicato:01-11-2017 11:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:51

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screening_afron_uwocaso MATANY (Uganda) – Una fila composta e ordinata di donne attende di entrare nell’health center di Lorengechora, in Karamoja. Siamo nel nord est dell’Uganda per la seconda giornata di visite ginecologiche e senologiche, con l’obiettivo di scongiurare i tumori femminili.

Dal mattino fino al tardo pomeriggio, ben 141 le donne – tra giovani e più mature – visitate, e ben 294 ieri, a Nabwal, altro villaggio non lontano.

La campagna di screening – dal 30 ottobre al prossimo 3 novembre – è organizzata da Afron Oncologia per l’Africa onlus: una ginecologa, una laureanda in medicina, un anatomo patologo e tre volontari registrano le pazienti e dispensano consigli.


Il team lavora insieme ad Uwocaso – Uganda Women’s cancer support organization -, associazione di donne locali sopravvissute al tumore alla mammella, e poi con i medici e le infermiere del centro medico. Tutti rigorosamente in t-shirt rosa, il colore distintivo di un’iniziativa che dal 2010 cerca di sconfiggere i pregiudizi sul cancro – ritenuto infettivo o, peggio, frutto di una maledizione – e convincere le donne che guarire è possibile.

screening_afron_uwocaso Prima della visita però, tutte sedute ad ascoltare Elisabeth e Leah, le due rappresentanti Uwocaso. Prima di tutto le presentazioni: “Noi siamo sopravvissute al cancro. E’ la prova che si può guarire”. Poi le informazioni: “Sapete che cos’è il cancro? Ecco come si possono riconoscere i sintomi”. Quindi il momento delle protesi al seno, usate sia per imparare l’autopalpazione, sia per rassicurare le più preoccupate: un intervento al seno non implica la perdita della propria femminilità. Il gruppo ascolta e ripete con cura i movimenti suggeriti: “Sappiamo che è importante e siamo grati alle associazioni come Afron che ci forniscono questo servizio. E’ il secondo anno che vengo, ne sono davvero felice“, ci confida Hester, 25 anni, una volta terminatala visita.

dalla nostra inviata in Uganda Alessandra Fabbretti

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