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PESARO – Anche le Marche avranno un Centro per i rimpatri di migranti: sorgerà a Falconara marittima, in provincia di Ancona. L’area prescelta sarebbe quella dell’ex aeroporto militare, vicino la caserma Saracini. Come riportano le pagine locali del quotidiano il Resto del Carlino, il Cpr marchigiano potrà ospitare più di 100 migranti irregolari.
La scelta del governo- in accordo con le autorità locali, Regione e prefetture- è ricaduta su Falconara, nel sito di via delle Caserme, da anni in stato di abbandono, di fianco all’aeroporto civile e a poche centinaia di metri dalla Raffineria Api e dall’ex caserma ‘Saracini’. Si tratta di un’area usata in passato come base per l’aeroporto militare, successivamente passata di competenza demaniale e adesso, riporta il quotidiano, sarà Invitalia (l’agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa e gli investimenti interna al Ministero dell’Economia) a occuparsi della realizzazione del nuovo centro. A quanto risulta, attorno alla ex struttura militare sono già iniziate le indagini geognostiche, geofisiche e avviati i rilevamenti topografici, passaggi preparatori agli interventi di ristrutturazione e costruzione. Per questa fase iniziale il ministero dell’Interno investirà più di 50 mila euro, non è conosciuto al momento quale sarà l’investimento complessivo per costruzione del centro e per la sua gestione.
Come spiega anche il sito del ministero dell’Interno i Centri di permanenza per il rimpatrio sono diversi dai Centri di Prima accoglienza e dagli hotspot: i destinatari sono gli immigrati senza requisiti e la loro permanenza dovrebbe a avere una durata limitata. “Gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale o non ne hanno i requisiti sono trattenuti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio), istituiti per consentire l’esecuzione del provvedimento di espulsione da parte delle Forze dell’ordine”. Il tempo di permanenza “è funzionale alle procedure di identificazione e a quelle successive di espulsione e rimpatrio”, il tempo massimo di “reclusione”- perché dal centro nessuno dei migranti può uscire- è fissato in 18 mesi e “il trattenimento dovrebbe in teoria durare giusto il tempo necessario per identificare il detenuto e predisporne il rimpatri”.
QUANTI E DOVE SONO I CPR IN ITALIA
Nelle Marche da 15 anni si discute dell’apertura di un centro migranti finalizzato all’espulsione. Falconara è sempre stato il Comune considerato più ‘papabile’ per realizzarne uno, ma le proteste delle varie amministrazioni che si sono succedute nel corso del tempo non hanno consentito fino ad oggi di arrivare alla sua realizzazione.
In tutta Italia sono attualmente in funzione 10 Cpr: a Bari, Brindisi, Caltanissetta, Gradisca d’Isonzo- in provincia di Gorizia- a Macomer nel Nuorese, a Palazzo San Gervasio- in provincia di Potenza- poi Roma, Torino, infine a Trapani. È attesa l’apertura dei due centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) in Albania, a Shengjin e Gjader, di quest’ultimo si dice che l’inaugurazione sia in dirittura di arrivo.
Proprio contro queste strutture e la “detenzione amministrativa” per i migranti si è attivata una rete di associazioni su tutto il territorio italiano e proprio il prossimo 13 ottobre a Bologna si terrà la prima assemblea nazionale contro i Centri di permanenza per il rimpatrio dei migranti. L’iniziativa viene promossa da diverse realtà impegnate nella lotta contro i Cpt “per riportare il dissenso nelle piazze, per evitare l’apertura di nuovi Cpr e chiudere quelli esistenti”. Tra i partecipanti: “Mai più lager- No ai Cpr”, “Ya Basta Bologna”, “Stop Cpr Roma”, “Melting Pot Europa”, “Zanë Kolektiv”, “Associazione Open Gates-spazio Stria Padova”, “Mediterranea Saving Humans, Asgi”,”Sea-Watch”,”Rete regionale no Cpr-no grandi centri Emilia-Romagna”, “No Name Kitchen”, etc.
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