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di Vincenzo Giardina e Sausan Khalil
ROMA – Nella notte bombardamenti di artiglieria e raid aerei da parte delle forze armate di Israele hanno colpito città e villaggi del Libano meridionale, in prossimità del confine: lo ha riferito l’Agenzia di notizie nazionale (Nna) di base a Beirut. Secondo Nna, i raid sono stati segnalati nelle zone di Kawkaba, Rachaya al-Fakhar, Kfar Kila e Khiam, mentre Marjayoun e Wazzani sono state colpite da bombardamenti di artiglieria. “Le Forze Israeliane hanno iniziato raid limitati, localizzati e mirati contro obiettivi terroristici di Hezbollah nella zona di confine del Libano meridionale. L’Aeronautica Militare e l’Artiglieria Israeliane stanno supportando le Forze di Terra con attacchi precisi su obiettivi militari nella zona”, si legge nella nota di Tel Aviv. A supportare l’azione israeliana ci sono anche gli Stati Uniti. La posizione della Casa Bianca, passa attraverso le parole di Biden, che ha definito l’entrata di Israele in Libano come “un’operazione legittima e rischiosa”. “Siamo consapevoli che il rischio possa estendersi oltre il piano iniziale”, ha detto il presidente americano spiegando che è necessaria una de-escalation.
I peacekeeper di Unifil, la missione delle Nazioni Unite in Libano, non sono più in grado di pattugliare le aree di confine del sud alla frontiera con Israele a causa dei colpi di artiglieria esplosi dalle forze armate di Tel Aviv e da Hezbollah: lo ha riferito in serata Stephane Dujarric, portavoce dell’Onu. Secondo il responsabile, che ha parlato durante un punto stampa, i caschi blu “restano in posizione” ma non possono spostarsi e verificare il rispetto dei confini “a causa dell’intensità dei lanci di missili da una parte e dall’altra”. Dujarric è portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Unifil conta su oltre 10mila effettivi messi a disposizione da più Paesi, Italia compresa.
“Sto seguendo da vicino la drammatica situazione in Libano in contatto costante con i Ministri della Difesa e degli Esteri. La protezione dei civili resta la priorità così come garantire la sicurezza dei militari del contingente italiano di UNIFIL presenti nel sud del Libano”. Spiega la premier Giorgia Meloni. “L’Italia continuerà a lavorare con i suoi alleati per la stabilizzazione del confine tra Israele e Libano e il ritorno degli sfollati alle proprie case”.
“Una de-escalation a livello regionale è urgente e necessaria e l’Italia continuerà a fare la sua parte anche in qualità di Presidente del G7″, ha detto Meloni.
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