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Comunali Napoli, per le elezioni scuole chiuse anche dieci giorni: la rabbia dei comitati no Dad

Questa mattina sono apparsi degli striscioni fuori all'istituto comprensivo Cuoco-Schipa di Napoli: "Scuole aperte sempre"

Pubblicato:01-10-2021 15:10
Ultimo aggiornamento:01-10-2021 15:34

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NAPOLI – “Il programma di disinfezione delle scuole post elezioni del 3 e 4 ottobre porterà la chiusura delle strutture scolastiche adibite a seggio elettorale per un periodo che in alcuni istituti si protrarrà fino a lunedì 11 ottobre, superando ogni limite di ragionevole utilizzo per fini elettorali dei plessi scolastici. Tale impatto non è più sostenibile per genitori, famiglie, lavoratori e lavoratrici. Questa scelta rileva quanto le istituzioni siano scollate dai bisogni del territorio e dalle esigenze di bambini e bambine, ragazzi e ragazze”. A denunciarlo è Usciamo dagli Schermi, gruppo nato in Campania durante la prima ondata della pandemia per contestare la scelta di chiudere le scuole e proseguire le lezioni tramite la Dad. Questa mattina sono apparsi degli striscioni fuori all’istituto comprensivo Cuoco-Schipa di Napoli per denunciare che “due giorni di elezioni sono 10 giorni di chiusura. Scuole aperte sempre”.

“L’interruzione dell’attività didattica per ben dieci giorni, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico – denunciano i comitati – è ancora più grave considerando che veniamo da un lungo periodo di emergenza educativa in cui i bambini e ragazzi napoletani e campani sono stati privati della scuola. Nessun tipo di attività è stata messa in campo per individuare immobili da destinare al funzionamento dei seggi elettorali in alternativa all’ordinario utilizzo di strutture scolastiche, nonostante siano stati stanziati finanziamenti da parte dello stato ai comuni per trovare sedi più appropriate. In via esemplificativa alcuni tipi di edifici che potrebbero ospitare sezioni elettorali, potrebbero essere uffici comunali e sale consiliari; biblioteche e impianti sportivi, comprese le palestre scolastiche, se il loro uso come seggio non impedisca l’attività didattica. Questo mostra come e quanto la scuola sia considerata un elemento sacrificabile e non prioritario; un approccio evidenziato dall’atavico problema del mancato avvio del servizio mensa e del tempo pieno scolastico”.


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