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Gkn, la rabbia degli operai contro l’Ad. Fiom: “Politica fermi i licenziamenti”

Rsu-Collettivo di fabbrica: "Rumor su compratori ci fanno male, vero tema è quello delle delocalizzazioni"

Pubblicato:01-10-2021 16:09
Ultimo aggiornamento:01-10-2021 16:09
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manifestazione lavoratori gkn firenze
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CAMPI BISENZIO (FIRENZE) – Urla, qualche spintone e tantissima rabbia sfociata anche in lacrime. Alcuni operai della Gkn, finito il tavolo convocato a Campi Bisenzio nel piazzale fuori dal Comune hanno pianto, abbracciandosi tra di loro. Una trentina in tutto, perché sotto il municipio non era previsto nessun presidio ‘chiassoso’ degli operai (come hanno abituato, con tamburi, cori e fumogeni), né del Collettivo di fabbrica.

Eppure, mentre nella sala messa a disposizione dal municipio è andato in scena l’incontro tra l’azienda, la Fiom e l’Rsu, pian piano si sono fatti vivi un po’ di lavoratori. Che, verso le 10.30, una volta arrivati i vertici della società controllata dal gruppo londinese Melrose, hanno dato il ‘benvenuto’ all’amministratore delegato di Gkn, Andrea Ghezzi, oggi amministratore liquidatore.

“Finalmente hai il coraggio di vederci negli occhi”, gli hanno detto tra le tante mentre l’ad, circondato dai giornalisti e accompagnato dai legali della Gkn, è entrato in Comune senza rilasciare dichiarazioni. Una tensione salita alla fine del tavolo, verso mezzogiorno e mezzo, quando i rappresentanti della società sono stati scortati dalle forze dell’ordine per risalire su un Ncc e andarsene. E’ lì che la rabbia degli operai ha toccato il culmine: pochi minuti, con diversi agenti che alla fine hanno provato a rincuorare i lavoratori. Poi, in molti, si sono sciolti in un lungo e fraterno pianto. 


APPELLO FIOM: STA A POLITICA, STOP LICENZIAMENTI CON DECRETO

Ora sta alla politica e alle istituzioni. E’ questo l’appello lanciato da Daniele Calosi, segretario della Fiom Cgil di Firenze e Prato, al termine del tavolo sulla Gkn convocato a Campi Bisenzio.

“Se oggi siamo qui lo dobbiamo solamente ai lavoratori e al sindacato che ha fatto il ricorso. Ora aspettiamo le risposte dalla politica in occasione dell’incontro del 7″ al Mise. E aggiunge, deciso: “Il ministero e la politica non possono pensare di cavarsela così. Perché più di questo noi non possiamo fare”. In questo senso “hanno tutto il tempo di bloccare per decreto la vicenda Gkn iniziando anche ad analizzare la proposta di legge fatta dai lavoratori su quei cancelli”.

Calosi ne ha per tutti, compresa l’azienda: “L’impresa? Non ha risposto a nessuna delle nostre domande. Mi sembra come Greta Thunberg, solo ‘bla bla bla’. Quando chiudi un’azienda e i lavoratori presenti al tavolo chiedono ‘quel pezzo oggi dove lo fai’ e l’amministratore delegato, anzi il liquidatore, non è in grado di dirtelo, credo sia grave. Perché che un ad non sappia da dove vengano forniti i pezzi che fino al 7 luglio erano prodotti a Campi Bisenzio, dimostra il basso livello d’informativa previsto dal contratto. E’ un livello che viene spento nel momento in cui mancano le risposte dell’impresa“. 

FIOM: DIRITTO INFORMATIVA NEGATO, AZIENDA RITIRI LIQUIDAZIONE

Dopo circa due ore di faccia a faccia il giudizio della Fiom sulla vicenda Gkn è netto: “Per noi il diritto di informativa del sindacato è negato dai fatti”, spiega al termine del tavolo convocato a Campi Bisenzio, in Comune, Daniele Calosi, segretario della Fiom Cgil di Firenze e Prato.

“L’azienda doveva darci l’informativa, ma non siamo riusciti neanche a confutarla perché riteniamo che non corrisponda alla realtà dei fatti”. Sempre la società, insiste, “non è stata nemmeno in grado a rispondere alle domande più banali”, ad esempio: “I pezzi fatti a Campi in quali altri stabilimenti vengono fatti?”.

Il punto sostanziale, tuttavia, resta il nodo dei licenziamenti, o meglio della società che si è presentata in liquidazione. E qui è sempre Calosi che fissa i paletti delle parti sociali: “Abbiamo chiesto che se vogliono discutere con il sindacato, visto che i licenziamenti non sono in essere e la procedura non è stata riaperta, devono ritirare formalmente l’atto di liquidazione, altrimenti che trattativa facciamo? Non possiamo accettare una trattativa con un liquidatore”, perché così non c’è “la possibilità del sindacato di controbattere”.

Il passaggio sulla liquidazione aziendale “non è banale” per Calosi. Che insiste: in questo caso “la liquidazione è volontaria e non dettata dal tribunale”. Per questo “l’azienda se vuole discutere deve ritirare l’atto e riprendere l’attività produttiva. Tanto che l’Rsu ha chiesto che si faccia in azienda l’incontro previsto per l’accordo, perché” la fabbrica “non è occupata, ma in assemblea permanente. E se vogliono la ripresa dell’attività hanno tutte le condizioni per farlo, anche perché i lavoratori non sono licenziati in questo momento. Vogliamo fare una discussione con l’azienda: per farlo non possiamo avere l’atto di liquidazione sulla testa, quindi gli chiediamo un passo indietro”

FIOM: 6 OTTOBRE NUOVO INCONTRO CON I SINDACATI, POI AL MISE

“Il 6 ottobre ci sarà un nuovo incontro. I colleghi di Fim e Uil hanno chiesto un primo incontro, come abbiamo fatto noi oggi. Il 7 poi si va al ministero”, per il tavolo convocato al Mise, spiega ancora Daniele Calosi, segretario della Fiom Cgil di Firenze e Prato.

La questione delle date e del calendario non è da poco. C’è di mezzo, infatti, il via ai 75 giorni previsti dalla procedura di licenziamento collettiva. “Noi pensiamo che i giorni decorrano incontrate tutte le organizzazioni sindacali. Oggi” l’azienda “ne ha vista una e il contratto è firmato” anche da Cgil e Uil. Quindi “se si vuole contare, la data è il 6 ottobre”.

Da qui, spiegano dalla Fiom, stando alla normativa devono trascorrere altri 15 giorni, dopodiché comincerebbe il countdown fissato sulle 75 giornate. Se i tempi ipotizzati dal sindacato dovessero essere giusti, quindi, si ripartirebbe dal 21 ottobre. Tuttavia, sottolinea Calosi, “noi non vogliamo contare i giorni, ma fare una discussione con l’azienda per ritirare la liquidazione così da permettere la ripresa dell’attività produttiva e rimandare a lavorare queste persone che ad oggi non sono licenziate”.

RSU-COLLETTIVO FABBRICA: RUMOR SU COMPRATORI CI FANNO MALE

“Stanno venendo fuori rumor su un possibile compratore” della Gkn. “A noi i rumor non piacciono: se ci sono notizie certe vanno date, ma prendiamo atto che tutte le volte che nelle altre vertenze è saltato fuori un compratore questo è arrivato, ha fatto annusare la possibilità di aprire non si sa che cosa e poi se n’è andato dopo aver fatto perdere tempo a tutti. Non vogliamo questo”. Lo spiega ai giornalisti Dario Salvetti, membro della Rsu aziendale e del Collettivo di fabbrica, al termine del tavolo organizzato a Campi Bisenzio con la società e la Fiom. Un incontro che, secondo gli accordi interni, l’azienda deve fare anche con la sola Rsu.

E su questo punto Salvetti è netto: “Devono incontrarci in azienda, è lì il luogo deputato” dice, lanciando il guanto di sfida. Così mentre la Fiom pretende dalla società il ritiro della procedura di liquidazione aziendale, l’Rsu si rivolge al governo: “Il tema è che non sta sfruttando questo tempo” concesso dal Tribunale di Firenze, che nei giorni scorsi ha stoppato i licenziamenti collettivi. Lo Stato, chiede Salvetti, “può permettere quello che sta accedendo a Campi Bisenzio? In assenza di chiarezza quello che deve fare lo Stato, la politica e noi è farli restare qua per continuare a tenere aperto lo stabilimento”.

In tutto questo, la società che vi ha detto oggi? “Non ci hanno detto nulla, come sempre”. Anzi, “invito il mondo dell’informazione a concentrarsi in tutto quello che è focale in questa vicenda, cioè il tema delle delocalizzazioni“. Lo dice e Salvetti entra subito nel tecnico: “L’azienda è stata chiusa venerdì 9 luglio” ma “i pezzi montanti lunedì mattina sulle linee della Sevel e di Melfi, da dove venivano? Perché, ed è un’ipotesi, o provenivano da un magazzino esterno dove sono stati stipati, e a quel punto abbiamo lavorato ‘a magazzino’, cioè a perdita e quindi i dati economici dell’azienda sono falsati, oppure lunedì mattina erano già pronti dei pezzi in arrivo da altre consociate Gkn“.

Pezzi, sottolinea, “che devono passare da un processo di omologazione. E siccome ci sono dei contratti legati a questi pezzi, abbiamo chiesto se questi contratti fossero ancora in essere, o se siano stati ceduti e quando. Mi pare di capire, se non ho interpretato male, che il liquidatore Ghezzi, ex direttore, abbia negato di sapere da dove vengano questi pezzi e anche che ci fossero contratti, quando sulla relazione di bilancio della società si legge, ‘la società sottoscrive con i clienti strategici e specifici accordi pluriennali per la fornitura di componenti’. Si segnala che storicamente la società presenta una concentrazione del fatturato nei confronti di un numero limitato di clienti. A fronte di tale rischio, la società ha intrapreso un processo di diversificazione del portafoglio dei prodotti”.

Nella stessa relazione “si legge che c’era liquidità, tranquillità e che addirittura il rimbalzo nel 2021 sarebbe stato migliore. Di fatto oggi ci vengono a dire che Gkn Firenze deve chiudere per le previsioni del 2025. Quindi dalla sera alla mattina hanno deciso di chiudere uno stabilimento basandosi di previsioni sul 2025″. E questo agli operai non torna.

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