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CAGLIARI – Si chiama Rossana e se avesse un documento d’identità, alla voce professione si leggerebbe “assistente bibliotecaria”. Cosa c’è di strano? Rossana nasce dall’acronimo del sistema operativo Ros (Robot Operating System), ed è il primo robot antropomorfo del CRS4, il Centro di ricerca del Parco scientifico e tecnologico della Sardegna, sviluppato in collaborazione con Athlos, azienda isolana specializzata in intelligenza artificiale e interazione uomo-macchina. Presentato oggi alla stampa nella sala conferenze dell’ex Vetreria di Pirri del Comune di Cagliari, il robot è il risultato finale del progetto denominato “Robotika”, finanziato da Sardegna Ricerche con un importo di circa 300.000 euro, che prevedeva lo sviluppo di un prototipo di robot fisico conversazionale. Nella fattispecie, un robot assistente di biblioteca, in grado di interagire con i visitatori indicando loro la presenza dei libri richiesti e accompagnandoli presso gli scaffali in cui sono ubicati. La sperimentazione, avvenuta con successo durante il secondo lockdown determinato dalla pandemia, si è svolta nei laboratori del CRS4 allestiti ad hoc come se si trattasse di una vera biblioteca.
Sottolinea Giacomo Cao, amministratore unico del Centro di ricerca: “Il CRS4 ha messo a punto il robot utilizzando i laboratori di prototipazione rapida di Sardegna Ricerche per la stampa delle sue componenti. Rossana al momento comprende le domande che le vengono poste e fornisce risposte con l’ausilio dell’intelligenza artificiale sviluppata da Athlos“. Inoltre, “è in grado di muoversi autonomamente per accompagnare i visitatori presso gli scaffali in cui risulta posizionato il libro richiesto, ma soprattutto, riesce a percepire l’ambiente circostante, evitando ad esempio potenziali ostacoli, grazie al software sviluppato e brevettato dai nostri tecnologi”.
È stato depositato il marchio ‘Rossana’ per identificare l’hardware, le componenti fisiche e il software di movimento del robot, “e ci riserviamo di sviluppare in futuro anche un sistema di intelligenza artificiale proprietario”, aggiunge Cao. Alessandro Frulio, responsabile tecnico scientifico di Athlos, prosegue evidenziando che “in questo progetto l’azienda ha implementato un sistema conversazionale evoluto interamente realizzato per il robot, che gli fornisce un ‘cervello’ in grado di capire, parlare, ricordare e imparare. Inoltre, grazie ad una memoria esperienziale basata sul riconoscimento visivo degli interlocutori può gestire conversazioni personalizzate”.
Grazie all’attività di sperimentazione e addestramento condotte in un ambiente che simulava una biblioteca, “abbiamo specializzato il robot come assistente bibliotecario che fornisce indicazioni sui libri e sugli autori presenti, e più in generale su altri autori e volumi”. Il prototipo realizzato, conclude Fruilio, si presta ad ulteriori attività di sperimentazione “e ha grandi potenzialità di sviluppo in termini conversazionali e di interazione con l’ambiente esterno”. Tocca poi a Massimo Deriu, tecnologo del CRS4 e autore, insieme ai giovani colleghi Federico Bachis e Marco Massa, della domanda di brevetto relativa al sistema di navigazione indoor che permette al robot di muoversi all’interno di uno spazio fisico circoscritto, evidenziare: “Abbiamo sviluppato e brevettato il software di controllo del robot che ne gestisce tutti i movimenti delle braccia, della testa e delle ruote, mentre per quanto concerne la testa, che costituisce il punto focale dell’HRI, Human Robot Interaction, è stata progettata non solo nel design strutturale ed estetico, ma ne abbiamo anche ideato il sistema di interazione, come l’interfaccia e l’usabilità, che permette a Rossana di riconoscere i volti delle persone ed esprimere i propri stati emotivi cambiando colore del volto“.
Infine, Maria Assunta Serra, direttrice generale di Sardegna Ricerche: “Il progetto del primo robot umanoide sviluppato in Sardegna conferma le competenze dell’isola nelle tecnologie più avanzate, come quelle del CRS4 in ambito informatico, e la capacità innovativa delle startup e delle imprese, che Sardegna Ricerche assiste nelle diverse fasi, dall’idea d’impresa, come nel caso di Athlos, allo sviluppo del prodotto, dall’ingresso nel mercato all’internazionalizzazione, e come in questo caso mettendo a disposizione il laboratorio di prototipazione del Parco tecnologico”. Questo progetto, conclude, “è uno dei tanti che abbiamo sostenuto con il programma di ‘Aiuti alla ricerca e sviluppo’, finanziato dalla Regione con i fondi del POR-FERS Sardegna (2014-2020). Nelle due edizioni del bando abbiamo ricevuto ben 169 domande, 94 sono state finanziate con un impegno di spesa di oltre 20 milioni di euro. Per questo riproporremo la misura nella prossima programmazione regionale, facendo tesoro dei suggerimenti delle imprese e dei centri di ricerca coinvolti per apportare gli opportuni adeguamenti”.
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