Se in una stanza il condizionatore è acceso e non lo sentiamo, ma una zanzara può rovinare un’intera nottata dipende dal nostro sistema di filtraggio uditivo. A spiegarlo è Aldo Messina, responsabile del Centro Otoneurologico ‘Regina Margherita’ di Palermo.
“Una delle cose particolarmente interessanti che abbiamo constatato attraverso i gruppi di sostegno alle famiglie con figli hikikomori è l’alto livello di potenziale intellettivo di questi ragazzi. Grazie al nostro progetto ‘Ritirati ma non troppo’ siamo riusciti a valutarne online alcuni e quelli che abbiamo incontrato sono risultati tutti plusdotati”. A dirlo è la responsabile del servizio Terapia dell’IdO, Magda Di Renzo, che da oltre un anno promuove un progetto gratuito per aiutare le famiglie dei ragazzi hikikomori.
“È una situazione che intere generazioni di giovani non si possono permettere un’altra volta perché lascerebbe una cicatrice indelebile nel loro percorso formativo e nelle loro relazioni umane”. A dirlo è Rino Agostiniani, tesoriere della Sip, riflettendo sul fatto che a poche settimane dalla riapertura delle scuole, in diverse regioni italiane si contano già classi in quarantena o dove è stata attivata nuovamente la didattica a distanza.
“Abbiamo l’impressione che nella prima e nella seconda infanzia stia aumentando l’irrequietezza, questo anche per la maggior difficoltà del mondo degli adulti a sintonizzarsi con i bisogni dei bambini. Con irrequietezza si intende un continuum che va dall’ipercinesia alla instabilità psicomotoria fino all’Adhd, agli stati in cui si va alla velocità del pensiero e alle situazioni di maniacalità, sia nel senso clinico che psicodinamico e strutturale”. A dirlo è Paolo Segalla, neuropsichiatra infantile della Ulss 6 Euganea, presentando la 14esima edizione della giornata di studio organizzata dall’azienda ospedaliera e dedicata all’infanzia.
“Prevenire lo sviluppo del decadimento cognitivo, anche dei pazienti colpiti da Mild Cognitive Impairment, in cui vi è un decadimento lieve di alcune funzioni cognitive e tra queste la memoria”. È l’obiettivo del protocollo clinico non farmacologico ‘Train the Brain’, illustrato da Lavinia Narda, psicologa che collabora con la Fondazione Igea onlus. L’80% dei pazienti che hanno partecipato al protocollo mostra un significativo miglioramento cognitivo per il restante 20% la stragrande maggioranza è stabile e solo due sono peggiorati. I soggetti non sottoposti al trattamento messi nel gruppo di controllo presentano invece, nello stesso arco di tempo, un peggioramento rilevante.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it