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Tossicodipendenti in comunità, uno su tre è affetto da epatite C

A Lecce il congresso Lecce "Community C Free" punta a sensibilizzare, informare, motivare e procedere verso percorsi diagnostico-terapeutici attraverso test rapidi salivari

Pubblicato:01-10-2020 16:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:59
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ROMA – Lecce e’ tra le prime citta’ in Italia a riprendere alcune attivita’ in presenza o comunque in modalita’ mista, su temi scientifico-clinici di alto valore scientifico e sociale e con risvolti economici rilevanti. Da venerdi’ 2 ottobre, nella Sala Mosaico della Comunita’ Emmanuel “le Sorgenti” di Lecce, si tiene il congresso “Community C Free”, con presenti in varie modalita’ oltre 150 operatori sanitari e specialisti, tra educatori professionali, psicologi, medici chirurghi, infettivologi, medici di famiglia e infermieri. L’appuntamento, realizzato con il contributo non condizionante di AbbVie, ha come responsabile scientifico il Dott. Vincenzo Leone, punta a sensibilizzare, informare, motivare e procedere verso percorsi diagnostico-terapeutici dell’epatite HCV, attraverso test rapidi salivari e, quando necessario, cure efficaci, ben tollerate, di breve durata e facilmente gestibili. Altro motivo del congresso e’ quello di richiamare l’attenzione sulle necessita’ di costruire, insieme a istituzioni, ospedale, servizi delle dipendenze territoriali, un sistema comune di gestione delle problematiche HCV correlate.

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I tossicodipendenti in comunita’ stanno pagando costi altissimi in termini di salute e vite perdute a causa dell’HCV: ora si puo’ guarire con l’eradicazione completa del virus – spiega il Dr Vincenzo Leone Medico Psicoterapeuta Specialista malattie infettive, Coordinatore servizio Sanitario Comunita’ Emmanuel – L’Associazione Comunita’ Emmanuel ha strutture operative nel Nord Italia (Lombardia, Piemonte) dove tra le persone accolte l’infezione da HCV non supera il 30-35%. La maggior parte delle sedi operative sono distribuite nel Centro-Sud (Lazio, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia) dove rileviamo percentuali di sieroconversione per HCV anche superiori al 50%. L’elemento di criticita’ preoccupante che caratterizza tutte le sedi e’ che, nel primo periodo di accoglienza, almeno un quarto della popolazione, non e’ a conoscenza del proprio status HCV”.


LE EPATITI VIRALI CRONICHE 

Le epatiti virali croniche da Epatite B ed Epatite C interessano piu’ di 2 milioni di persone nel nostro Paese e molti di questi soggetti non sanno nemmeno di essere infetti, per cui non fanno riferimento ad alcun centro di cura, nonostante esistano da anni farmaci efficacissimi. Queste malattie sono progressivamente ingravescenti, ma restano silenti da un punto di vista clinico e per questo motivo spesso rimangono misconosciute. Cio’ ha delle enormi ripercussioni per il paziente, che rischia di ritrovarsi con una patologia epatica severa ed una grave insufficienza d’organo che lo porta al tumore, al trapianto o alla morte. Ma un’infezione non curata ha delle conseguenze piu’ in generale per l’intera societa’, perche’ se il virus non viene eradicato continua ad essere trasmesso di persona in persona, magari inconsapevolmente.

I NUMERI DELLA COMUNITÀ A LECCE 

In Comunita’ Emmanuel vengono ospitati circa 300 pazienti, tutti affetti da disturbi da uso di sostanze. Considerando la sostanza d’abuso primaria, il 28% sono in trattamento per la cocaina, il 24% per l’eroina, il 23% per l’alcol, il 19% per poliassunzione, il 6% per altre sostanze o gioco d’azzardo patologico. “Altri problemi concomitanti piu’ frequentemente riscontrati sono- afferma Danilo Cozzoli, Associazione Comunita’ Emmanuel onlus- in ambito medico, problematiche a carico all’apparato gastroenterico per gli alcolisti e malattie infettive per i tossicodipendenti (11% HCV). In ambito psicologico si riscontrano ansia (33%), depressione (17%) e disturbi dell’umore (17%). Le principali paure dei pazienti sono di non riuscire a liberarsi dalla dipendenza e di non poter risolvere i problemi derivanti da essa, specie di ordine socio-lavorativo e familiare. Il 62% dei pazienti presentano condizioni di bassa contrattualita’, e la speranza e’ nel reinserimento lavorativo e nella risoluzione dei conflitti familiari”.

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