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Il ministero del Lavoro mette in freezer il contratto Ugl per i riders

Il contratto sottoscritto da Ugl con Assodelivery potrebbe non avere, da solo, valenza rappresentativa: il ministero lo sta tenendo sotto esame per approfondirlo con gli altri sindacati

Pubblicato:01-10-2020 12:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:58

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BOLOGNA – Il ministero del Lavoro tiene in stand by il primo contratto nazionale per i ciclofattorini: non è detto che possa vantare questo ‘status’. E non perchè si mette in dubbio che l’Ugl, che l’ha firmato con Assodelivery, sia “un sindacato confederale, ben radicato, dai molteplici consensi, sottoscrittore di molti accordi sindacali”, quanto piuttosto perchè “questi elementi potrebbero non essere sufficienti ad autorizzarlo alla sottoscrizione dell’accordo in quanto privo da solo dello specifico requisito di una maggiore rappresentatività di natura comparativa, cioè in rapporto ad altri sindacati in ipotesi tutti maggiormente rappresentativi”. E dunque il ministero del Lavoro continuerà a tenere sotto esame quel contratto: “Sarà impegno prioritario esaminare ed approfondire i contenuti insieme a tutte le rappresentanze sindacali nell’ambito di un tavolo tecnico allargato”, ha assicurato la sottosegretaria al Lavoro, Francesca Puglisi, rispondendo alla Lega ieri in commissione alla Camera.

L’accordo Ugl-Assodelivery è stato contestato dalle sigle dei ciclofattorini e dagli altri sindacati, e le sedi di Bologna e Torino dell’Ugl sono state prese di mira dalle proteste dei riders. E al Carroccio era piaciuto poco l’atteggiamento a caldo del ministero dopo l’annuncio del contratto: non si può sminuire il ruolo e titolarità dell’Ugl, hanno detto alcuni deputati della Lega chiedendo chiarimenti al ministero e contestandone anche il silenzio sui raid alle sedi sindacali di Bologna e Torino. Ma Puglisi fa capire che il ministero non ha remato contro: ha semmai fornito “una preliminare risposta a Assodelivery che ha richiesto una valutazione del contratto”. E lo ha studiato nei dettagli.

La verifica avviata dall’ufficio legislativo del ministero del Lavoro sul contratto Ugl-Assodelivery “è apparsa doverosa trattandosi non solo del primo accordo realizzato in questo settore, ma anche in relazione alla tutela dei diritti sociali fondamentali che la nuova normativa vuole garantire anche ai lavoratori non subordinati in un campo nel quale appaiono particolarmente allarmanti le condizioni di lavoro (anche sul versante della salute e sicurezza) ed anche i compensi previsti, per giunta normalmente corrisposti a cottimo”, specifica Puglisi. Ed è a valle di questa verifiche che l’ufficio legislativo “ha solo sollevato, in via preliminare, alcuni dubbi sulla coerenza del contratto stipulato“.


Nel farlo “non è utilizzata alcuna connotazione riduttiva della forza del sindacato Ugl (che non è nemmeno citato), della cui rappresentatività il ministero non dubita (considerata anche la sua presenza nel Cnel)”, precisa il sottosegretario rimandando “ogni più ampia valutazione in relazione alle iniziative da intraprendere al riguardo nell’ambito del tavolo tecnico già avviato”. Ben venga, ha commentato Claudio Durigon, l’intenzione “di aprire un tavolo di confronto, per lo studio di un fenomeno problematico dalle dimensioni sempre più vaste”. Per il leghista è mancata però la “censura del comportamento di alcuni rappresentanti del ministero del lavoro e delle politiche sociali”, ovvero il fatto che il capo segreteria tecnica del ministro, Michele Forlivesi, “abbia partecipato solo pochi giorni prima, proprio a Bologna, ad una iniziativa di Riders union responsabile del blitz” contro la sede dell’Ugl.

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