NEWS:

Caso Pietro, lo psicoterapeuta: “I bimbi non sono pacchi, basta forzature”

Federico Bianchi di Castelbianco commenta il video esclusivo dell'incontro protetto e sofferto tra un bambino e suo padre, già condannato per lesioni

Pubblicato:01-10-2020 08:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:58
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

https://www.youtube.com/watch?v=xHEBbLInuUE&feature=youtu.be

ROMA – “Basta con queste forzature sui bambini. Il padre è stato condannato per lesioni e maltrattamenti, quando il bambino era più piccolo, se il minore ne ha paura non è possibile con questo dolore così vivo per il bambino che lo si costringa a stare forzatamente con il padre“. Lo ha dichiarato alla Dire, con fermezza, Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e fondatore dello storico Istituto di Ortofonologia, commentando il video esclusivo dell’agenzia di stampa sull’incontro protetto e sofferto tra un bambino che abbiamo chiamato Pietro e suo padre, già condannato per lesioni e con udienza fissata a gennaio 2021 anche per molestie sessuali, dopo la ricusazione dell’archiviazione.

LEGGI ANCHE: VIDEO | L’incontro protetto di un bimbo maltrattato con il padre condannato per lesioni: “Non lo voglio vedere”


Ha ricordato l’esperto che esiste un modo e un tempo affinché il bambino sia accompagnato ad elaborare quanto accaduto in passato, ma “incontrare il padre in questo modo- ha spiegato- vuol dire solo aumentare la frattura del bambino con il mondo degli adulti. Quella che viene proposta è una sofferenza, per giunta stupida”.

Quanto al fatto che il padre è rinviato a giudizio per abusi sessuali Castelbianco ha ribadito: “Almeno la decenza che finisca il secondo procedimento. Ci vuole equilibrio nel fare questo lavoro. Qui c’è tanta incompetenza. Basta con queste spinte, che sono forzature sui bambini. Non sono pacchi. Ricominciamo da capo con percorsi e progetti nei quali sia il bambino a guadagnare e non il padre”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it