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Chimera o realtà: il convegno sulle pari opportunità per le donne nello sport

Federazioni, ma anche esponenti giuridici e rappresentanti di organismi sono impegnati per il rispetto della parità di genere

Pubblicato:01-10-2019 20:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:46

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ROMA – Una chimera o una realtà già tangibile. Un obiettivo che continua a sfuggire o un risultato conseguito. Sono mille le sfumature quando si parla della questione femminile nello sport, a cominciare dalle quote di genere fino al professionismo in campo e all’affermazione dietro una scrivania. 

Per cercare di dipingere un quadro aggiornato della situazione in Italia, l’Ordine degli Avvocati di Roma guidato da Antonino Galletti e l’Associazione italiana avvocati dello sport (Aias) hanno organizzato un convegno formativo dal titolo ‘Lo sport è donna – Il principio di pari opportunità nello sport: da chimera a realtà?‘, ospitato nel Salone d’Onore del Coni a Roma. Tre i momenti di confronto in cui è stata divisa la giornata, contenuti in altrettante tavole rotonde che hanno riunito come relatori non solo donne appartenenti a diversi settori del mondo sportivo, in particolare delle federazioni, ma anche esponenti giuridici e rappresentanti di organismi impegnati per il rispetto della parità di genere

Un onere che vede in prima il Comitato olimpico nazionale, come spiega il presidente Giovanni Malagò. Come massima istituzione sportiva del Paese “penso che stiamo dando il buon esempio. Stiamo recependo le direttive emanate dal Cio a livello internazionale, e ne siamo orgogliosi. Sono convinto che tra qualche anno ci sarà una fortissima presenza di donne nella dirigenza sportiva: non sarà un processo automatico- sottolinea- ma sta anche alla capacità femminile saper creare consenso attorno al loro operato”.


Che ci sia ancora molta strada da fare ne è convinta anche Cristiana Capotondi, vicepresidente della Lega Pro, per la quale però “nulla è precluso alle donne. Mi ha colpito molto, durante, una visita alla Camera, la presenza di alcuni specchi in quella che è stata battezzata la Sala delle Donne. Lì sono conservate le immagini delle prime figure femminili entrate a far parte delle Istituzioni italiane, tra le quali mancano però ancora una donna premier e una donna presidente della Repubblica: quegli specchi ricordano a chi vi si riflette, specialmente ragazze, che potrebbero essere proprio loro un giorno a ricoprire la carica”. Per Capotondi è però necessario “non scimmiottare gli uomini, perché non è entrando in competizione che si possono fare dei passi avanti”. Nelle competizioni vere e proprie, invece, sui campi da gioco, nelle piscine o sulle pedane, la parità di genere è dietro l’angolo. Se è vero che alle ultime Olimpiadi estive del 2016 a Rio la presenza femminile globale è arrivata al 45%, “il Cio ha stimato per Parigi 2024 il raggiungimento della quota del 50% di partecipazione ‘rosa’ ai Giochi”, spiega Rossana Ciuffetti, direttrice della Scuola dello Sport del Coni. Per la quale in campo invernale, invece, la parità verrà raggiunta proprio con l’Olimpiade di Milano-Cortina 2026″. Discorso diverso tra gli allenatori e i tecnici, dove le donne rappresentano “una percentuale bassissima del totale”.

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