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L’Italia è il primo paese in Europa per produzione di farmaci

I dati sono contenuti nel rapporto condotto dall'Istituto per la Competitività (I-Com)

Pubblicato:01-10-2019 12:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:46

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ROMA – L’industria farmaceutica è uno dei settori di punta del comparto manifatturiero italiano. Lo dimostrano i dati del 2018, che collocano l’Italia come il primo produttore di farmaci in Europa, con un valore che si aggira intorno ai 32 miliardi di euro. Segue la Germania, con un volume che si avvicina a quello italiano. Più distanti, invece, Francia, Regno Unito e Spagna

Un risultato importante per il nostro Paese che, rispetto agli altri mercati europei, è l’unico in grado di registrare un trend di crescita positivo e costante nella produzione di farmaci. Tra il 2009 e il 2018 questo valore è infatti cresciuto di ben 38 punti percentuali, pari a 8,8 miliardi di euro. Inoltre, l’Italia è il Paese europeo nel quale l’industria farmaceutica ha il peso maggiore sul prodotto interno lordo: nel 2018 ben l’1,8% del totale. Il Paese che più si avvicina a questo dato è la Spagna con l’1,3%. Seguono Germania, Francia e Regno Unito, con un’incidenza della produzione farmaceutica sulla ricchezza nazionale pari allo 0,9%. 

I dati sono contenuti nel rapporto dal titolo ‘L’innovazione della vita. Ricerca, produzione e digitalizzazione nel settore farmaceutico per un modello italiano di successo‘ condotto dall’Istituto per la Competitività (I-Com). La ricerca, curata dal presidente dell’Istituto, Stefano da Empoli, e dal direttore area Innovazione, Eleonora Mazzoni, è stato presentato oggi a Roma nel corso del convegno a cui hanno preso parte numerosi stakeholder: dagli accademici ai rappresentanti delle istituzioni, dal mondo della politica a quello produttivo. Lo studio condotto da I-Com, in particolare, ha avuto il merito di evidenziare come la spiccata propensione al commercio estero sia una caratteristica che accomuna quasi tutte le imprese farmaceutiche italiane.


 “In base ai dati elaborati dagli analisti dell’Istituto- hanno fatto sapere dal convegno- nel 2018 il valore delle esportazioni farmaceutiche delle aziende del nostro Paese si è attestato a 25,9 miliardi di euro, con una crescita del 125% nel periodo che va dal 2009 al 2018. La più alta rispetto ai principali Paesi europei considerati”. 

Ma quali sono i prodotti che l’Italia esporta di più? Secondo il rapporto I-Com i medicinali e i preparati farmaceutici, per un volume che nei primi quattro mesi del 2019 si è attestato 8,8 miliardi di euro. L’analisi analizza inoltre l’impatto del settore farmaceutico sul sistema economico italiano, sottolineandone gli effetti positivi in termini di occupazione, valore aggiunto, consumi e redditi. “Le elaborazioni condotte dall’Istituto- hanno sottolineato ancora dal convegno- evidenziano come nel 2018 siano stati investiti nel settore circa 3 miliardi di euro che si stima abbiano contribuito alla crescita del prodotto interno lordo per 3,4 miliardi”. La parte più consistente di questo effetto è legata all’impatto indiretto sulla produzione: i 3 miliardi di euro investiti generano circa 4 miliardi di valore della produzione grazie all’attivazione degli altri settori dell’economia e 1,3 miliardi grazie alla spinta dei consumi delle famiglie tramite la distribuzione di redditi da lavoro. 

Positivi anche i risultati raggiunti sul fronte del mercato del lavoro. Secondo il rapporto, gli investimenti dell’industria farmaceutica generano annualmente oltre 19mila posti di lavoro, di cui circa 9.500 nello stesso settore e 9.800 nei restanti comparti dell’economia. Tra il 2014 e il 2018 l’industria farmaceutica ha aumentato l’occupazione più di tutti gli altri settori (+8,6%). Nello specifico, lo scorso anno i lavoratori impiegati in questo campo hanno raggiunto le 66.500 unità, in aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Nonostante il trend favorevole che ha interessato l’intero settore negli ultimi anni, lo studio di I-Com ‘L’innovazione della vita’ sottolinea infine il gap ancora da colmare dal punto di vista degli investimenti in ricerca e sviluppo. In Italia si investe significativamente meno in termini assoluti rispetto ai principali Paesi dell’Unione europea, ad eccezione della Spagna (1,6 miliardi di euro nel 2018). Malgrado ciò, l’andamento nel tempo evidenzia una dinamica positiva, con un aumento pari al 35% nel periodo 2009-2018.

DA EMPOLI (I-COM): SETTORE FARMACEUTICO IN CRESCITA, MA SERVE AIUTO POLITICA

“L’esigenza di un convegno come quello di oggi nasce dalla volontà di presentare e rendere noti i numeri del settore farmaceutico che sono molto importanti ma anche mettere in luce alcune criticità irrisolte da tempo. Mi riferisco tanto alla governance sanitaria che farmaceutica, ai tetti di spesa e altre questioni che si sono imposte nell’ultimo anno come l’equivalenza terapeutica che rischia di minacciare i brevetti, che sono il fulcro dell’attività intellettuale delle aziende. E non da ultimo va discusso il tema della confidenzialità delle clausole di prezzo negoziate tra le aziende e l’Agenzia nazionale del farmaco che anch’essa, se mal gestita, potrebbe risultare un fattore ulteriore d’instabilità per il sistema. Questi numeri positivi che registriamo nello studio I-Com non devono esser dati per scontati ma piuttosto sostenuti al fine di vederli consolidati grazie a interventi efficaci da parte della politica”. A dirlo all’agenzia di stampa Dire è Stefano Da Empoli, presidente I-Com, a margine della presentazione dello studio ‘L’innovazione della vita. Ricerca, produzione e digitalizzazione nel settore farmaceutico per un modello italiano di successo’ che si è tenuto oggi a Roma.

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