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Egitto, crowdfunding per il film sulla rivoluzione delle donne

[video width="640" height="360" mp4="http://www.dire.it/wp-content/uploads/2017/10/egitto-film.mp4"][/video] ROMA - Lavorare sulle donne, parlare delle loro battaglie reali, quelle che iniziano da

Pubblicato:01-10-2017 13:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:44

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ROMA – Lavorare sulle donne, parlare delle loro battaglie reali, quelle che iniziano da quando, semplicemente, escono di casa. È l’obiettivo della sceneggiatrice egiziana Rasha Azab, che insieme alla regista Manal Khaled parla del progetto ‘Hammam Sokhn’ in un video diffuso sul web per promuoverne il finanziamento.

‘Hammam Sokhn’ (‘Bagno caldo’, in arabo) sarà un film ambientato in Egitto nel gennaio del 2011, durante i giorni delle grandi manifestazioni di piazza che rovesciarono il governo di Hosni Mubarak.

La sceneggiatura racconta di sette donne costrette in luoghi chiusi mentre per le strade esplode la protesta.


Le vicende narrate sono ispirate a fatti realmente accaduti alle autrici, che nella presentazione scrivono: “I racconti di Hammam Sokhn si svolgono nell’ombra. Le sue protagoniste sono persone ordinarie, spazzate via dal vento nei drammatici eventi che si svolgono intorno al loro. Alcune vogliono rischiare le loro vite per il movimento, altre vi si oppongono saldamente, altre ancora non potrebbero preoccuparsene di meno. Eppure, sebbene ognuno dei loro ruoli sia cruciale, le loro storie sembrano essere state dimenticate nella narrazione di quel momento. Con il passare degli anni, queste vicende, battaglie individuali o atti di resistenza, continuano a essere assenti dalla memoria collettiva”.

Budget ridotti, circostanze difficili, una compagnia che ha proposto di produrre il film per poi rinunciare all’ultimo momento: sono diverse le cause che hanno ritardato il completamento del film, le cui prime scene sono state girate nel 2011.

“Il lavoro sul film – afferma Khaled – è molto costoso e c’è bisogno di permessi, anche questi molto costosi”. “Nonostante il supporto degli amici e nonostante la produzione di circa il 50% del film – prosegue la regista – avevamo smesso di lavorarci”. Ora le autrici si affidano alla piattaforma di crowdfunding ‘Indiegogo’ per ottenere i circa 17mila dollari necessari a completare il progetto, e scrivono: “Rifiutiamo di allontanarci dai sogni che abbiamo osato immaginare”.

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