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Migranti, Papa Francesco all’hub di Bologna: “Siete lottatori di speranza”

BOLOGNA - Con il braccialetto identificativo al polso, come ogni migrante ospitato

Pubblicato:01-10-2017 10:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:44

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BOLOGNA – Con il braccialetto identificativo al polso, come ogni migrante ospitato all’hub, Papa Francesco ha fatto il suo ingresso poco dopo le 10.30 al centro d’accoglienza regionale di via Mattei a Bologna, prima tappa della visita pastorale di oggi nel capoluogo emiliano. Il Pontefice saluta uno a uno tutti i profughi e richiedenti asilo (circa mille) che vivono all’hub, insieme agli operatori del centro. Strette di mano, sorrisi, qualche parola e tantissimi selfie col Papa che i migranti scattano coi loro telefoni.

C’è anche chi fa un regalo e poi non manca neppure la battuta dell’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, che accompagna il Papa. A uno dei primi migranti a cui Francesco stringe la mano, il vescovo sorride e dice: “Adesso sei quasi regolare“. Molti espongono anche un cartello, per dare il benvenuto a Francesco ma anche per sottolineare la lentezza delle procedure per ottenere il visto umanitario (“We need document“).


Nel suo discorso all’hub, il Papa promette che porterà con sè questo appello e gli ospiti dell’hub lo applaudono a scena aperta. Francesco assicura la sua vicinanza ai migranti, li definisce “lottatori di speranza” e fa un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell’immigrazione. Il Pontefice ci tiene a spiegare: “Ho voluto che fosse proprio qui il mio primo incontro con Bologna. Questo è il porto d’approdo di coloro che vengono da più lontano e con sacrifici che a volte non riuscite nemmeno a raccontare”.

Il Pontefice esorta tutta Bologna a fare di più per i migranti. “Bologna è una città da sempre nota per l’accoglienza- sottolinea Francesco- questa si è rinnovata con tante esperienze di solidarietà, di ospitalità in parrocchie e realtà religiose, ma anche in molte famiglie e nelle varie compagini societarie. La città non abbia paura di donare i cinque pani e i due pesci“, insiste il Papa, che cita il Liber paradisus, l’atto con cui il Comune di Bologna nel 1256 liberò quasi 6.000 schiavi.

“Bologna non ebbe paura– richiama il Pontefice- forse lo fecero anche per ragioni economiche, perchè la libertà conviene a tutti”. Ma il Papa usa anche parole severe. “Molti non vi conoscono e hanno paura- afferma rivolto ai migranti- questa li fa sentire in diritto di giudicare e di poterlo fare con durezza e freddezza credendo anche di vedere bene. Ma non è così. Si vede bene solo con la vicinanza che dà la misericordia”.

Da lontano, ammonisce il Pontefice, “possiamo dire e pensare qualsiasi cosa, come facilmente accade quando si scrivono frasi terribili e insulti via internet. Se guardiamo il prossimo senza misericordia non ci rendiamo conto della sua sofferenza. E rischiamo che anche Dio ci guardi senza misericordia”. Il Papa ribadisce che il fenomeno dell’immigrazione “richiede visione e grande determinazione nella gestione, intelligenza e strutture, meccanismi chiari che non permettano distorsioni o sfruttamenti, ancor più inaccettabili perchè fatti sui poveri”.

Secondo Francesco, è “davvero necessario che un numero maggiore di Paesi adottino programmi di sostegno privato e comunitario all’accoglienza e aprano corridoi umanitari per rifugiati in situazioni più difficili, per evitare attese insopportabili e tempi persi che possono illudere”. Il Pontefice sottolinea anche il problema dei minorenni ospitati all’hub, che “hanno bisogno di tenerezza e hanno diritto alla protezione, che preveda programmi di custodia temporanea e di affidamento”.

E aggiunge: “Ognuno ha la propria storia, che è sacra. Dobbiamo accettarla e aiutarla ad andare avanti. Portarvi negli occhi e nel cuore ci aiuterà a lavorare di più per una città accogliente e capace di generare opportunità per tutti. Per questo vi esorto a essere aperti alla cultura di questa città– si raccomanda il Papa- pronti a camminare sulla strada indicata dalle leggi di questo Paese”.

di Andrea Sangermano, giornalista professionista

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