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Ecco ‘lo squalo’ De Donno: l’ex prete di strada candidato a Ostia contro le mafie

Franco De Donno ha rinunciato all'abito talare per candidarsi a Ostia: 'Quello che sto facendo è un atto di amore a servizio del bene comune'

Pubblicato:01-10-2017 15:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:44

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ROMA – Lo chiamano ‘lo squalo’, un soprannome “nato tanto tempo fa, quando andavamo al mare con la parrocchia” ma confermato poi “nelle battaglie di tanti anni, perché non ho paura di arrabbiarmi e quando vedo un’ingiustizia devo prendere posizione“. Ne sa qualcosa Walter Veltroni, “che è un mio amico, ma quando era sindaco l’ho attaccato per cinque anni per avere un centro di accoglienza per i senza tetto aperto tutto l’anno e non solo nei mesi invernali. Alla fine lo abbiamo avuto”. A parlare con l’Agenzia Dire è Franco De Donno, già ‘don Franco’ per gli abitanti di Ostia, l’uomo che ha rinunciato al suo ruolo da parroco per potersi candidare alla presidenza del Municipio X nelle elezioni del prossimo 5 novembre.

“Il motivo della mia scelta- dice l’ex vicario della parrocchia di Santa Monica, sul litorale romano- è stato quello di allargare lo spazio del servizio al bene comune che fino a oggi ho portato avanti, con la responsabilità della Caritas di Ostia e altre associazioni di volontariato che ho avuto la fortuna di fondare. Tutto questo ha comportato da parte mia una conoscenza del territorio, delle persone e dei loro problemi”.

“Guardandomi attorno- aggiunge- e vedendo un vuoto dal punto di vista amministrativo e una confusione tremenda dei partiti che si stanno ripiegando su se stessi, ho deciso di dare il mio contributo”. Certo, la scelta di abbandonare- seppur temporaneamente- l’abito talare non è stata facile ma, ‘don’ Franco è convinto: “so che quello che sto facendo è un atto di amore a servizio del bene comune“.



DON FRANCO, UNA VITA ‘A SERVIZIO’

Classe ’46, Franco De Donno nasce a Roma il 2 giugno, lo stesso giorno in cui l’Italia sceglie la Repubblica. Diventa sacerdote dopo la laurea in Teologia e, dal 1981, è vice parroco presso la parrocchia di Santa Monica ad Ostia.

‘Don Franco’ è una persona esplosiva e la sua vita non si limita al sacerdozio. Per 37 anni insegna religione nei licei ed è dal Liceo Scientifico Statale Labriola- sempre sul litorale romano- che partono i suoi progetti, come l’associazione di volontariato “Ostia per l’Africa”. Responsabile della Caritas di Ostia per oltre 30 anni, ha contribuito alla fondazione della Banca del Sangue, dell’associazione ‘l’Alternativa Onlus’ ed il centro per la Vita di Ostia, oltre a presiedere, per 10 anni, la Consulta Municipale del Volontariato.

Altra parola chiave nella vita di ‘Don Franco’ è legalità. L’apertura del presidio di Libera, associazione antimafia, nel Municipio e la creazione dello Sportello di prevenzione all’usura sono altre due valide testimonianze di una vita spesa tra l’associazionismo e l’impegno per la giustizia sociale.



“ERGEREMO UNA DIGA CONTRO LE MAFIE”

Legalità, appunto, in un territorio che ha subito due anni di commissariamento per mafia. Una sfida che De Donno ritiene vada affrontata “da subito, prima che da presidente”.

Quando Roma veniva scossa dagli arresti di Mafia Capitale, infatto, l’ex vice parroco del litorale romano era già in trincea. “Nel 2002- racconta all’Agenzia Dire- abbiamo fondato lo sportello antiracket e antimafia, del quale io sono presidente, che si pone innanzitutto come accoglienza di situazioni dolorose per chi ha problemi di usura e racket. Forniamo un aiuto perchè si possa uscire dal momento di depressione con l’aiuto di professionisti che danno il loro contributo gratuito per dipanare la matassa che li ha visti conivolti come in sabbie mobili mortali”.

Ma se “un contrasto dal punto di vista sociale è già in atto”, De Donno si candida alla presidenza del X Municipio per “far sì che nessun tentativo di corruzione, di interesse personale o di gruppi mafiosi possano trovare un minimo di accoglienza, ascolto o complicità“.

“Saremo molto fermi- assicura De Donno- nel seguire quello che dicono la costituzione e la legge italiana. I nostri no o i nostri si saranno basati esclusivamente sulla legalità e la giustizia sociale, senza guardare in faccia a nessuno, anche se ciò dovesse essere motivo di contrattacchi anche pericolosi. Noi manterremo questa fermezza: quando sarò presidente ergeremo una diga e un muro molto solido perché non possano più avvenire coinvolgimenti dell’amministrazione in desideri e in progetti di tipo mafioso”.

Una sfida aperta ai gruppi criminali che controllano il litorale romano che non spaventa ‘lo squalo’. “Sentiamo molto l’aggancio con la cittadinanza”, aggiunge. “Lo facciamo in nome loro, in nome di tanti imprenditori che hanno paura di esercitare liberamente la propria attività e di tante altre persone che si trovano attanagliate da questa morsa di arroganza riguardo alla libertà di poter creare qualcosa di nuovo”.



“NO AI PARTITI, UNA LISTA CIVICA PER ANDARE PUNTO E A CAPO CON IL PASSATO”

Adesso, la sfida di De Donno è di andare “punto e a capo” rispetto alla storia recente di Ostia.

Per questo, ‘Don Franco’ ha detto no ai partiti e la sua candidatura alla presidenza del X Municipio è sostenuta da una lista civica. “Solo attraverso una lista civica- spiega all’Agenzia Dire- potevamo ridare una speranza alla cittadinanza ormai delusa da 2 anni di commissariamento, di assenza di progettazione sociale e soprattutto dalla constatazione della cattiva attenzione nei confronti della situazione del territorio da parte dei partiti. Su questo percorso mi ci sono messo insieme a tante altre persone che lo hanno condiviso per fare in modo che la gente rialzi la testa e ritrovi fiducia in chi è chiamato a governare e a mettersi a servizio del bene comune”.

‘Laboratorio Civico X’ nasce perchè il commissariamento del Municipio per mafia “non vuol dire che tutto il territorio è mafioso. Ci sono delle realtà che hanno lo stampo mafioso, ma i cittadini sono brava gente”. La lista in sostegno alla candidatura di De Donno è infatti composta da persone da anni impegnate nell’associazionismo del territorio, “un segno evidente del fermento civico ignorato dall’indifferenza amministrativa. Noi- prosegue- cercheremo di fare una politica partecipativa, cercando di coinvolgere tutti i cittadini nell’amministrazione, a partire dall’istituzione delle consulte”.

“Dobbiamo lavorare- conclude De Donno- per rimettere le persone al centro e farle riconciliare con la politica. Governeremo con la testa e con il cuore perchè governare per prendere il potere non ci appartiene. Quello che caratterizza tutti i candidati è la vicinanza al territorio e alle persone. Adesso il Municipio è un bunker chiuso, noi lo spalancheremo perchè la politica di prossimità è ciò che ci caratterizza“.

di Michele Bollino

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