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Pakistan, le inondazioni sono “disastrose”. E mancano fondi per aiutare

Il direttore Paese dell'ong Azione contro la fame, Philippe Hamel: in alcune aree una persona su quattro ha dovuto lasciare la propria casa

Pubblicato:01-09-2022 17:18
Ultimo aggiornamento:01-09-2022 17:18
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“In Pakistan la situazione è disastrosa: in uno dei distretti dove stiamo assistendo la popolazione, le inondazioni hanno distrutto il 66 per cento dei campi coltivati mentre un abitante su quattro è sfollato. La risposta umanitaria necessita di fondi immediatamente, a oggi i finanziamenti a disposizione sono minimi”. La panoramica e l’appello sono di Philippe Hamel, direttore regionale delle operazioni in Pakistan di Azione contro la fame, un’organizzazione internazionale presente nel Paese asiatico dal 1979 e al lavoro in questi giorni nell’assistere gli abitanti delle province colpite da settimane di forti piogge e inondazioni.

ALMENO MILLE VITTIME, MA LE PERSONE COLPITE SONO 33 MILIONI

I fenomeni metereologici estremi, cominciati a luglio aumentati di intensità nelle ultime settimane, hanno provocato circa mille vittime e colpito 33 milioni di persone, ovvero un settimo di tutta la popolazione del Paese. Il governo pachistano ha dichiarato uno stato di emergenza la settimana scorsa e ha anche mobilitato le forze armate nel sostegno alla popolazione.
Hamel, che in questo momento è di base a Parigi ma che è in contatto costante con il personale operativo sul campo, rende noto che l’organizzazione di cui fa parte “sta lavorando in due distretti nelle due regioni più colpite, nel sud del Paese: il Belucistan e il Sindh“, con la prospettiva di estendere le sue operazioni “ad altri quattro distretti della prima regione e a cinque della seconda” nei prossimi giorni.
Il dirigente dell’ong specifica che al momento non è facile fornire una panoramica definitiva della situazione in Belucistan, visto che “molte infrastrutture sono state distrutte e gli spostamenti sono molto difficili”. Nel Sindh, si “osserva invece una distruzione di due terzi dei campi coltivati, con quindi grandi rischi per la sicurezza alimentare della popolazione nelle prossime settimane, mentre circa il 25 per cento degli abitanti al momento ha perso casa”.

IL TIMORE DELLA DIFFUSIONE DI MALATTIE INFETTIVE

Al momento, spiega Hamel, le necessità più urgenti che la ong sta affrontando si concentrano “sugli aspetti igienico-sanitari di emergenza, nell’ottica di per prevenire la diffusione di malattie infettive. In un distretto della regione di Sindh abbiamo già distribuito 113 kit di servizi igienici, per lo più in campi organizzati per le persone sfollate”. Altri settori di intervento sono poi “la sicurezza alimentare, l’accesso all’acqua pulita e la salute mentale delle persone, un altri aspetto centrale quando si opera in contesti di calamità naturale così estremi”.
Il dirigente di Azione contro la fame evidenzia l’eccezionalità del fenomeno che ha riguardato il Pakistan meridionale, dove, stando ai dati forniti dal governo, un milione di case sono rimaste distrutte così come circa 3400 chilometri di strada. “I dati che sono stati diffusi dimostrano che è caduto un quantitativo di piogge circa tre volte superiore alla media in questo periodo dell’anno, che è quello dei monsoni, normalmente segnato da precipitazioni abbondanti”. Le inondazioni si iscrivono in un contesto di instabilità climatica più generale.
“Fra aprile e maggio abbiamo assistito a un’ondata di caldo non comune, con un conseguente scioglimento dei ghiacciai himalayani”, conferma Hamel. “Il Belucistan poi, in particolare, è soggetto a un continuo ciclo di fenomeni climatici estremi: siccità, ondate di freddo, poi ondate di calore e inondazioni”.
Il Pakistan è ritenuto un Paese molto vulnerabile ai cambiamenti climatici. Nonostante questo, i fondi per gli aiuti umanitari destinati al Paese scarseggiano. “Ne servono molti di più di quelli stanziati finora e servono subito”, mette in chiaro il direttore delle operazioni. Il suo appello fa eco a quello delle Nazioni Unite, che ai donatori internazionali ha chiesto per un impegno immediato da 160 milioni di dollari per finanziare il piano di risposta all’emergenza pachistana.


LA CONFERENZA SUL CLIMA COP27 IN EGITTO A NOVEMBRE

Parole, queste, che rilancia ancora Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la fame in Italia. “È necessario stanziare al più presto maggiori fondi per la risposta umanitaria”, ha ribadito il dirigente. “La catastrofe che questo Paese sta vivendo ci chiama ad intervenire subito, con un intervento umanitario imponente, ma anche a riflettere sugli effetti di un clima impazzito che, lo ricordiamo, è una delle tre cause strutturali della fame nel mondo”. Garroni aggiunge: “Si tratta di un fatto che sarebbe criminale continuare a ignorare e per il quale è urgente un impegno straordinario da parte dell’intera comunità internazionale, a cominciare dalla prossima Conferenza per il clima Cop27, la Conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici prevista in Egitto il prossimo novembre”.

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